«Next generation e fondi Ue alla Campania, la sfida è aumentare la capacità di spesa»

«Next generation e fondi Ue alla Campania, la sfida è aumentare la capacità di spesa»
Da un lato i risultati poco lusinghieri dell'ultimo ciclo di programmazione, dall'altro le prospettive molto più confortanti che si profilano con il massiccio...

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Da un lato i risultati poco lusinghieri dell'ultimo ciclo di programmazione, dall'altro le prospettive molto più confortanti che si profilano con il massiccio quantitativo di risorse in arrivo. Luci ed ombre sono emerse nel corso del webinar, organizzato dall'Ansa e dal Mattino, «In arrivo nuovi fondi Ue per la Campania, la sfida dello sviluppo sostenibile», trasmesso ieri in diretta streaming sui canali web delle due testate. Un'iniziativa per fare il punto - con il dibattito moderato dall'editorialista del Mattino Nando Santonastaso e dal responsabile della sede Ansa di Bruxelles Enrico Tibuzzi - sull'andamento della spesa dei fondi europei per il periodo 2014-2020 e, nello stesso tempo, delle opportunità offerte dalle risorse previste per il ciclo 2021-2027. Tra le risorse FESR disponibili per il ciclo appena concluso, solo il 39% è stato speso.

«La mia valutazione sui risultati ottenuti finora - ha spiegato il presidente dell'Unione Industriali di Napoli Bruno Manfellotto - non può essere positiva considerato che i fondi dovrebbero servire a ridurre il divario con le altre aree del Paese. Il gap si è allargato ulteriormente. Le risorse europee sono state usate principalmente in sostituzione dei fondi nazionali, tanto che l'Italia è stata ammonita dall'Ue per questa prassi alla fine del 2019. Questo non ha comportato tagli di fondi ma la distorsione del loro uso. I ritardi sono riconducibili anche allo Stato centrale. Dopo la pandemia le prospettive sono più ottimistiche».

Uno scenario che Nicola De Michelis, direttore per lo sviluppo sostenibile della DG Regio della Commissione Ue, ha illustrato con alcune cifre. «C'è una sfida straordinaria per il nostro Paese con una spesa quintuplicata nei prossimi anni. Ma bisogna accelerare e chiudere il programma attuale entro il 2023 per poi pensare a quello successivo dal prossimo anno. Tra le risorse a disposizione, insieme con i 200 e passa miliardi del piano, ci saranno i 13,5 del REACT EU e gli altri 40 miliardi del 2021-27. Per la Campania si profilano obiettivi importanti, con 3500 imprese da aiutare, 400mila famiglie a cui dare accesso alla banda larga, 70 km di ferrovie e la Linea 6 della metropolitana di Napoli». Un'impresa che bisognerà vincere «mettendo mano alla governance di queste risorse, per poterle spendere. Le difficoltà del divario tra Nord e Sud le viviamo durante tutti i negoziati sul quadro finanziario europeo, quando veniamo criticati per questo».

In Campania, secondo l'analisi condotta dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, nel periodo 2014-2020 circa il 45% del totale delle risorse europee a disposizione della Regione è stato destinato a iniziative riconducibili allo sviluppo sostenibile, uno dei livelli più alti registrati in Italia. Per l'assessore regionale Valeria Fascione «abbiamo investito moltissimo in ricerca e innovazione. Dopo il successo dell'Academy di San Giovanni a Teduccio con le grandi aziende che hanno investito qui, abbiamo inserito nella nuova programmazione un intervento di rigenerazione urbana per Napoli Est, il polo dell'innovazione sostenibile». Manfellotto si sofferma anche sui pericoli da non sottovalutare. Come quello di «creare investimenti funzionali alle campagne elettorali. E in Campania mi preoccupa tantissimo la decisione sui depositi del GNL alle spalle del porto. Se non saranno realizzati, potrebbero determinare la morte del porto».

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Il Mattino