Crollano nei primi sei mesi i contratti a tempo indeterminato, quasi il 30 per cento in meno su scala nazionale rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Per la stragrande...
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Dalla tabella emerge inoltre che la tipologia dei nuovi contratti al Sud, quelli favoriti dalla legge 190 sugli sgravi, è quasi interamente di nuova formazione. Non si tratta cioè di contratti trasformati da precari (o a tempo determinato) in contratti a tempo pieno: questa tendenza è facilmente riscontrabile nel resto del Paese e soprattutto nel Settentrione dove la struttura produttiva è più forte e le occasioni di impiego maggiori. Al Sud no: qui se il posto di lavoro viene creato è quasi sempre attraverso il contratto «nuovo» e a tempo indeterminato, nello spirito peraltro della riforma del Jobs act e comunque con l'utilizzo dello sgravio. Che si tratti poi sopratutto di contratti di apprendistato o a tempo pieno è difficile al momento stabilirlo: le due tipologie afferiscono alla stessa fattispecie (contratti pieni) ma negli ultimi mesi i primi, cioè quelli di apprendistato, sembrerebbero avere preso il sopravvento sugli altri. «È l'effetto del taglio dello sgravio fiscale - dicono a Italia Lavoro - che rende più conveniente all'imprenditore utilizzare l'apprendistato. Con questo tipo di contratto infatti risparmia il 20% per la durata di tre anni sulla retribuzione spettante al lavoratore. Con il contratto a tutele crescenti risparmia attualmente il 40% dei contributi a meno che l'assunzione non avvenga in una Regione dove l'integrazione alla quota stanziata dal governo permetta di coprire la differenza».
È il caso della Campania, la prima Regione nel Mezzogiorno ad avere imboccato questa strada utilizzando i fondi europei. Ma per farlo ha dovuto adottare un provvedimento mirato a fasce disagiate e caratterizzato da una serie di paletti tecnico-operativi indispensabili a evitare lo stop di Bruxelles. In ogni caso è una strada nuova e tutt'altro che poco considerata a livello di governo: il «modello Campania» viene studiato da vicino a Palazzo Chjihi e al ministero dell'Economia perché potrebbe rappresentare la risposta definitiva alla domanda da mesi sul tappeto. E cioè: come garantire la ripresa dell'occupazione al Sud? Non è un mistero che tra le tre opzioni all'attenzione dei tecnici l'ipotesi di uno sgravio limitato ai giovani disoccupati del Sud è al primo posto anche se il nodo delle coperture è tutt'altro che secondario. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino