«Negli ultimi anni, il governo italiano ha messo in atto un insieme di riforme strutturali, compreso il Jobs Act del 2015, che mirano ad affrontare le sfide...
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Tra le riforme che secondo l'Ocse vanno nella giusta direzione, oltre al Jobs act, che viene definito «una pietra miliare del processo di riforma», ci sono la Buona scuola, Industria 4.0, Garanzia Giovani e la legge Madia sulla P.a. In particolare della riforma dell'istruzione si evidenzia il piano per il digitale e l'Alternanza scuola lavoro. Ora, stando al report, un contributo, per un'azione d'insieme, può arrivare dalla Strategia nazionale della competenze dell'Italia, un progetto che il Governo italiano conduce in collaborazione con l' Ocse e il sostegno della Commissione Ue. In questo scenario l'organizzazione parigina «ha identificato 10 sfide» per promuovere le competenze, spingendo su una maggiore partecipazione di donne e giovani al lavoro, sulla formazione continua, sugli studi avanzati e sull'innovazione.
Si legge ancora nel rapporto: «Il livello dei salari in Italia è spesso correlato all'età e all'esperienza del lavoratore piuttosto che alla performance individuale, caratteristica che disincentiva nei dipendenti un uso intensivo delle competenze sul posto di lavoro». Non solo: «Attualmente l'Italia è intrappolata in un 'low-skills equilibrium', un basso livello di competenze generalizzato: una situazione in cui la scarsa offerta di competenze è accompagnata da una debole domanda da parte delle imprese». Insomma da una parte la forza lavoro non si presenta sul mercato preparata, attrezzata a svolgere le diverse mansioni possibili, dall'altra le aziende non pretendono. Un circolo vizioso che rischia di non portare lontano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino