Ocse taglia stima crescita del Pil dell'Italia: nel 2016 sarà dell'1%, confermato l'1,4% per il 2017

Ocse taglia stima crescita del Pil dell'Italia: nel 2016 sarà dell'1%, confermato l'1,4% per il 2017
Gli ultimi «deludenti» dati economici a livello globale spingono l'Ocse - nell'aggiornamento dell'Economic Outlook appena diffuso - a tagliare la crescita...

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Gli ultimi «deludenti» dati economici a livello globale spingono l'Ocse - nell'aggiornamento dell'Economic Outlook appena diffuso - a tagliare la crescita del Pil dell'Italia nel 2016, ora stimato a +1,0%, con una riduzione di 0,4 punti rispetto alla previsione formulata nel novembre scorso. Per il 2017, invece, l'Organizzazione conferma la stima di una crescita del Pil a +1,4%.



L'Ocse taglia a +1,4% (-0,4 punti sulle previsioni di novembre) la stima di crescita nel 2016 dell'Eurozona, e rivede al ribasso anche quella per il prossimo anno (+1,7%, con una riduzione di 0,2 punti). Nell'aggiornamento del suo Economic Outlook, l'Organizzazione registra - fra le principali economie della zona euro - soprattutto il rallentamento della Germania che quest'anno dovrebbe vedere la crescita del suo Pil scendere a +1,3% (0,5 punti in meno sulle stime di novembre) rispetto al +1,4% del 2015. Per il prossimo anno la 'locomotivà tedesca dovrebbe poi riprendere la sua corsa a +1,7% (ma anche qui con un taglio di 0,3 punti). Revisioni inferiori per la Francia con un Pil 2016 rivisto a +1,2% (-0,1 punti) e un 2017 a +1,5% (stesso taglio)


Dopo le previsioni i consigli: l'Ocse indica che uno sforzo congiunto di maggiori investimenti pubbici "di qualità" da parte di tutti i Paesi Ocse darebbe all'economia globale lo slancio che ora le manca e gioverebbe anche ai bilanci statali. Lo ha sottolineato la capo-economista dell'Ocse Catherine Mann alla presentazione del rapporto economico intermedio dell'Organizzazione.

In base a una simulazione fatta dagli economisti Ocse, un aumento degli investimenti pubblici dello 0,5% del Pil in tutti i Paesi aderenti, in un anno farebbe aumentare il Pil Usa di oltre lo 0,6% e il Pil della zona euro, della Gran Bretagna e del Canada dello 0,6% ciascuno. Per l'intero mondo si tradurrebbe in un +0,4% e un +0,3% per i Brics. Di conseguenza, si avrebbe anche una riduzione dello stock del debito, che sarebbe pari a oltre lo 0,6% del Pil per gli Usa e allo 0,4% per la zona euro.


«Un aumento collettivo degli investimenti pubblici darebbe slancio alla domanda, pur restando su un cammino fiscalmente sostenibile», scrive l'Ocse, spiegando che la spesa in investimenti ha un elevato moltiplicatore e che infrastrutture di qualità aiuterebbero a sostenere la crescita futura. Gli investimenti, però, devono andare di pari passo a «riforme ambiziose». Nella Ue, in particolare le barriere normative cross-border sono un grosso ostacolo.
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Il Mattino