Un altro grande marchio italiano che se ne va all'estero, questa volta in Giappone. AB InBev ha accettato l'offerta vincolante da 2,55 miliardi di euro in contanti...
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Asahi aveva presentato la sua offerta preliminare a febbraio per i tre marchi messi in vendita dal gruppo belga-brasiliano per avere il via libera dalla Ue alla maxiacquisizione della britannica SabMiller, la multinazionale che aveva comprato Peroni nel 2003. E l'operazione si chiuderà quando sarà completata anche l'acquisizione della società britannica da parte di Ab InBev, prevista nella seconda metà di quest'anno. Asahi, primo produttore giapponese di birra per fatturato, è una storica azienda nata ad Osaka nel 1889 e diventata con il tempo un gigante del settore, che controlla numerosi marchi non solo di birra. Il gruppo è attivo anche nella vendita di bevande non alcoliche, controlla anche il 20% del marchio di birra cinese Tsingtao e negli ultimi anni ha avviato un politica di acquisizioni in diversi paesi in Asia e in Nuova Zelanda.
L'operazione con Ab InBev è la maggiore acquisizione da parte di un'azienda del Sol Levante nel comparto della birra e permette ad Asahi di entrare sul mercato europeo. D'altro canto Peroni cambia di nuovo paese e questa volta anche continente. La bionda tricolore nata a Vigevano nel 1846, è rimasta nelle mani della famiglia fondatrice per cinque generazioni. In Italia ha stabilimenti a Bari, Roma e Padova, 689 dipendenti ed un fatturato 2015 di 347,9 milioni di euro. Nel 2003 l'acquisizione del 60% del marchio era costata a SabMiller 246 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino