Il capitolo pensioni vedrà appostato nella prossima legge di Bilancio «poco meno di 2 miliardi» ma «poichè le misure sono strutturali ed ogni anno...
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Ammontano a «un milione di italiani» i pensionati che, con un assegno pari a 1,5-2 volte il minimo, non avevano la 14/ma e invece, in base alle novità in arrivo sulle pensioni, ora l'avranno. Per gli altri, al di sotto di questa soglia, che già ricevevano questo reddito, «l'incremento sarà attorno al 30%, anche se dobbiamo ancora fare un po' di lavoro per calcolarlo con precisione».
Il ministero del Lavoro ha anche «avanzato alcune osservazioni rispetto al metodo» della riforma Boeri dell'Inps e ha «proposto cambiamenti e modifiche ai testi: in uno spirito di collaborazione tra istituzioni questi problemi di potranno risolvere». Poletti ha evidenziato che «non c'è critica all'impianto organizzativa ma le critiche sono rivolte solo ad alcune modalità di realizzazione e quindi sono risolvibili. Ne abbiamo discusso francamente con il presidente dell'Inps». Il ministro, che ha ricordato come la riforma «asciuga alcune poltrone e modifica alcuni assetti» non dovrebbe avere impatto sull'attuazione della novità pensionistiche in arrivo, come l'Ape. «Io penso che l'Inps sarà comunque in grado di fare bene il proprio lavoro, come ha sempre fatto attuando le decisioni prese dal parlamento».
«Le risposte da dare sono o un sì o un no. Si cambia o non si cambia. Non si può rimanere parzialmente incinta. Io sono per il sì perchè sono convinto che i cambiamenti della nuova costituzione sono quelli che servono al paese per avere una democrazia moderna, efficiente, e per affrontare le sfide che abbiamo davanti». Poletti ha spiegato che «bisogna guardare il merito di quel che si propone. Abbiamo bisogno di cambiare l'impianto istituzionale. Con la tecnologia che viaggia veloce non possiamo avere due camere che si rimpallano le leggi per anni. Possibile che se un camion con trasporti speciali deve andare da Milano a Napoli deve chiedere il permesso alle singole regioni che attraversa? Noi pensiamo di gestire il futuro dell'Italia in queste condizioni?».
«No, non mi è piaciuta». Il ministro del lavoro, Giuliano Poletti risponde secco ad una domanda di Maria Latella sulla campagna della ministro Lorenzin per il Fertility Day. «Occuparsi di questo tema era giusto e necessario - ha aggiunto - ma poi bisogna farlo con strumenti giusti e con i modi giusti».
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Il Mattino