Nella Silicon Valley il reddito di cittadinanza non è un tabù. Elon Musk, il fondatore della casa produttrice di auto elettriche Tesla, che Matteo Renzi ha...
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Il Movimento Cinque Stelle ha già una proposta, molto dettagliata, depositata in Parlamento. Che in realtà non è un vero reddito di cittadinanza, ossia di un assegno erogato a tutti i cittadini a prescindere dai loro redditi senza cioè, la prova dei mezzi. Si tratta piuttosto di un «reddito minimo garantito», un assegno di 780 euro mensili da erogare a tutti coloro sono sotto la soglia di reddito di 9.360 euro l’anno. Coloro cioè, che hanno entrate per meno del 60% del reddito mediano degli italiani, che è di 15.514 euro. I 9.360 euro annui, secondo i Cinque Stelle, sono la soglia che indica il rischio povertà. Il reddito minimo dei Cinque Stelle, dunque, non è universale. E soprattutto, si può perdere.
Se il terreno politico del reddito di cittadinanza è già occupato, quale altro asso dalla manica potrà tirare fuori Renzi. Una delle alternative al reddito di cittadinanza si chiama «dividendo di cittadinanza». L’idea è del premio Nobel Milton Friedman. In sostanza è una tassa negativa sul reddito. Tutti i cittadini che hanno guadagni sotto una certa soglia, non solo non pagherebbero tasse, ma si vedrebbero applicata un’aliquota negativa che, nei fatti, si tradurrebbe in un sussidio diretto dello Stato attraverso una redistribuzione dei redditi.
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