Russia, Rublo più forte nonostante la guerra: è la moneta cresciuta di più nel 2022

Elvira Nabiullina, governatore della banca centrale russa
Rublo in rialzo nel 2022 nonostante l'invasione dell'Ucraina decisa dal Cremlino e le dure sanzioni imposte dall'Occidente che stanno mettendo a dura prova...

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Rublo in rialzo nel 2022 nonostante l'invasione dell'Ucraina decisa dal Cremlino e le dure sanzioni imposte dall'Occidente che stanno mettendo a dura prova l'economia di Mosca. Dopo un iniziale crollo seguito all'inizio della guerra, la moneta russa nel 2022 ha guadagnato oltre l'11% sul dollaro nel 2022. E' la crescita più forte fra 31 monete osservate da Bloomberg, superiore anche a quella del real brasiliano che si è fermata al 9%.

 

 

La ripresa

Oggi per il cambio sul dollaro servono 65,6 rubli, a fronte dei 66,6 della sera precedente, e per quello con l'euro 68,4 rubli (eranp 70,2 ieri). All'inizio di marzo il rublo era arrivato a toccare quota 140 sul dollaro, poi il progressivo rafforzamento fino ai livelli attuali.

A spingere la divisa russa sono stati soprattutto le rigide misure di controllo dei capitali imposte da Mosca dopo l'introduzione delle sanzioni. A questo si aggiunge la richiesta di pagamenti in rubli (o a convertire in rubli i pagamenti in valuta estera) per le forniture di gas naturale e all'obbligo per le imprese che esportano di vendere le riserve di divisa straniera.

 

 

I controlli sui capitali

La banca centrale di Mosca in particolare ha imposto sia ai cittadini russi che agli stranieri di vendere rubli in cambio di altre valute. Questo ha di fatto bloccato le transazioni in rubli, escluse quelle che fanno aumentare il valore della moneta russa. Molti analisti si aspettano infatti che quando verranno eliminati i controlli sui capitali la valuta tornerà a fluttuare liberamente sul mercato e ci potranno essere quindi nuovi crolli.

La ripresa del rublo ha permesso inoltre alla banca centrale un nuovo intervento sul tasso di sconto, che immediatamente dopo l'invasione dell'Ucraina era stato raddoppiato per arrivare al 20%. Dopo una prima riduzione al 17%, ora è stato portato al 14% e ci sono margini per ulteriori ritocchi al ribasso fino al 12,5% entro la fine dell'anno. Ciò permetterà di «limitare la portata del declino delle attività economiche», ha sottolineato l'istituto centrale.

 

 

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Il Mattino