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Mentre a Bruxelles si sta per varare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, Putin sminuisce e cerca di rassicurare i suoi concittadini: l'economia russa «si sta stabilizzando» così come l'inflazione, con il rublo che torna ai livelli di prima dell'inizio della guerra in Ucraina. Per Putin il "blitzkrieg economico" lanciato dall'Occidente contro la Russia attraverso le sanzioni «è fallito», anzi peggio: le stesse sanzioni più che danneggiare la Russia stanno provocando «un declino negli standard di vita» nei Paesi europei.
Ma in realtà le sanzioni internazionali da parte di Europa e Usa stanno avendo un impatto importante sul sistema economico della Federazione russa e la Banca centrale del paese difficilmente riuscirà ad arginare le conseguenze sui cittadini per lungo tempo. Elvira Nabiullina, governatrice della banca centrale russa, lo ha detto chiaramente durante il suo intervento alla Duma (la camera bassa del Parlamento russo) : le sanzioni, dopo aver colpito il mercato finanziario, «avranno ora un impatto più forte» sull'economia russa che dovrà in questi mesi affrontare «dei cambiamenti strutturali» per adattarsi alla nuova realtà. Lo scenario nei prossimi mesi si presenta difficile per l'economia del paese.
I tassi
Appena partita "l'operazione speciale" di Putin in Ucraina e quindi il primo pacchetto di sanzioni da parte dell'Occidente, la banca centrale russa aumentò tutto di un colpo i tassi di dieci punti,portandoli al 20%. Adesso la Nabiullina, per cercare di limitare i danni nei portafogli dei russi, ha preannunciato un taglio dei tassi anche a costo di lasciare correre l'inflazione che a marzo è già balzata del 17,4%. L'obiettivo di contenere l'inflazione è rimandato al 2024, spiega la governatrice, e forse già a fine aprile si taglieranno i tassi. Si semplificheranno poi le regole per gli esportatori.
Effetto sul Pil
Per Mosca gli analisti internazionali prevedono a seguito della guerra e delle sanzioni una caduta del Pil a due cifre, fino a -15%. La Banca Mondiale parla di un -11%.
I dissidi
Con fama di 'falco' nella politica monetaria e guardata con favore dai mercati e analisti occidentali, la Nabiullina è una delle poche donne (è di entia tartara) a ricoprire un'alta carica governativa. A metà marzo, secondo quanto scriveva la Bloomberg, aveva offerto le sue dimissioni, rifiutate però da Putin che l'ha confermata per altri cinque anni. Il suo intervento alla Duma (la camera bassa del Parlamento) è il primo articolato e circostanziato dall'invasione dell'Ucraina.
Le difficoltà
Putin preme affinché la Banca centrale aumenti i sostegni all'economia interna. Ma non è semplice. Il primo pacchetto di sanzioni varato da Ue e Usa ha bloccato le riserve in valuta straniera che la Banca centrale russa ha presso conti correnti nei vari paesi. Complessivamente le riserve della Banca centrale russa ammontano a 640 miliardi di dollari, circa 300 miliardi erano parcheggiati su conti esteri e quindi sono stati bloccati. Il raggio di azione della governatrice quindi è come minimo dimezzato. Un investimento alternativo delle riserve in valute di riserva - ha speigato Nabiullina - non è stato ancora preso perchè la lista delle monete liquide «è limitata» e formata proprio dai paesi ostili a Mosca (euro, dollaro, yen etc).
Lo spettro default
A peggiorare la situazione c'è lo spettro default del debito sovrano che giorno dopo giorno diventa sempre più probabile. Il 4 aprile scorso spono scadute cedole di titolio di stato russiper un ammontare di ben 649,2 milioni di dollari, il ministero delle Finanze ha tentato di rimborasre gli investitori in rubli anziché in dollari come prevede il contratto, ma le banche internazionali creditrici si sono rifiutate di accettare il pagamento. La Russia quindi è già in “default tecnico”. In base alla regole sul "periodo di grazia" la Russia ha 30 giorni di tempo (quindi il periodo scade il 4 maggio) per rimediare e rimborsare le cedole in dollari. Se non lo fa il default diventa effettivo e reale.
Il fallimento della Russia trascinerebbe nel pozzo profondo dell’impoverimento anche le imprese locali e i cittadini russi. E così industriali e grandi compagnie stanno cercando un modo, riporta la stampa locale, di evitare il default del paese con soluzioni teniche per pagare i bond in euro attraverso conti dedicati su cui versare i pagamenti oppure far riacquistare i titoli da parte del Ministero delle finanze.
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Il Mattino