Scioperi, raddoppia a 20 giorni l'intervallo obbligatorio nei trasporti

Scioperi, raddoppia a 20 giorni l'intervallo obbligatorio nei trasporti
Cambiano le regole per gli scioperi nel trasporto pubblico locale (tpl). La Commissione di garanzia degli scioperi ha infatti approvato una nuova Regolamentazione sugli scioperi...

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Cambiano le regole per gli scioperi nel trasporto pubblico locale (tpl). La Commissione di garanzia degli scioperi ha infatti approvato una nuova Regolamentazione sugli scioperi nel tpl. Una delle novità è che tra l'effettuazione di 2 azioni di sciopero nel settore, indipendentemente dal soggetto sindacale proclamante, incidenti sullo stesso bacino d'utenza, deve intercorrere un intervallo di almeno 20 giorni, anziché 10 come previsto dall'attuale normativa.


«Tra l'effettuazione di due azioni di sciopero nel settore, indipendentemente dal soggetto sindacale proclamante, incidenti sul medesimo bacino di utenza, deve in ogni caso intercorrere un intervallo di almeno 20 giorni, a prescindere dalle motivazioni e dal livello sindacale che ha proclamato lo sciopero». È la Commissione di Garanzia a validare l'accordo raggiunto il 28 febbraio scorso tra sindacati e aziende del trasporto pubblico locale, riscrivendo però il capitolo sulla "rarefazione" e portando da 10 a 20 giorni l'intervallo necessario tra due scioperi. 

L'obiettivo è quello di dimezzare gli scioperi nel settore per «riequilibrare l'eccessiva compromissione del diritto dei cittadini alla libertà di circolazione, derivante da proclamazioni di sciopero attuate in un contesto di oggettiva frammentazione sindacale».

L'innovazione rientra nella nuova regolamentazione dello sciopero varata dal Garante che ha riscritto anche l'articolo 9 dell'accordo relativo all'informazione all'utenza che prevede oltre all'obbligo di aggiornamento degli utenti sulla mobilitazione in corso anche, «almeno 5 giorni prima dell'inizio dello sciopero, l'indicazione dei sindacati che hanno proclamato l'azione di sciopero e le motivazioni poste a base della vertenza, unitamente ai dati relativi alle percentuali di adesione registrati nel corso delle ultime astensioni proclamate dalle medesime sigle». 

L'area del bacino di utenza, si legge ancora nel regolamento varato dalla Commissione di garanzia, coinciderà con l'area territoriale di operatività dell'azienda interessata dallo sciopero. «Gli accordi aziendali o territoriali attuativi della proposta dovranno contenere la descrizione dettagliata del tipo e dell'area territoriale nella quale si effettua il servizio erogato dall'azienda», prosegue l'articolo 11 che a garanzia del rispetto dell'obbligo di rarefazione prevede per i sindacati la comunicazione All'Osservatorio sui conflitti nei trasporti del Mit, della dichiarazione di sciopero e le sue modalità di svolgimento, nonchè a concultare lo stesso prima di procedere alla proclamazione.


«Una decisione inaccettabile», commenta il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. «Con questo atto - prosegue - sarà di fatto sempre più difficile proclamare un azione di sciopero, in un settore destinato, nel prossimo futuro, ad una forte liberalizzazione con riflessi negativi sulla forza lavoro. Come Uiltrasporti, riteniamo inaccettabile una simile decisione, che invece di contemperare l'applicazione equilibrata dei due legittimi diritti costituzionali, quello della mobilità e quello dello sciopero, procede al ridimensionamento di quest'ultimo». «Ci attiveremo in tutte le direzioni possibili, procedendo unitariamente ed insieme alla nostra Confederazione, per modificare un provvedimento, che fa compiere un ulteriore passo indietro alla libertà sindacale e alla democrazia, chiedendo la piena applicazione dell'Accordo stipulato tra le parti sociali», conclude Tarlazzi.
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Il Mattino