In Italia la "non observed economy", definizione che mette insieme sia il cosiddetto sommerso che l'attività criminale, vale 376 miliardi ovvero il 22,9% del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il sommerso vero e proprio in Italia è stimato in 320 miliardi, ai quali si aggiungono i circa 56 miliardi attribuiti all'economia criminale e illegale: più o meno il 3,4% del Pil (il 5% se si guarda solo al Mezzogiorno). Lo studio, presentato stamattina a Napoli alla presenza tra gli altri del ministro dell'Interno Marco Minniti, mette in evidenza la forte correlazione tra stato di diritto e legalità da un lato e crescita economica di un Paese dall'altro. L'indicatore da tenere d'occhio è il Rule of Law Index della Banca Mondiale, che vede l'Italia risalire lentamente: ha guadagnato quattro posizioni, passando dal trentacinquesimo al trentunesimo posto su 113 Paesi per il 2017-2018.
Migliorare di un punto questo indice di legalità, si sostiene nella ricerca, aumenterebbe del 2% circa, ossia 30 miliardi, il Pil pro capite medio del Paese. Nel Mezzogiorno tale valore sarebbe di circa 10 miliardi di euro, pari al 3% del Pil locale.
Alzare l'asticella della legalità avrebbe impatti positivi su trasparenza, sicurezza e giustizia. Fattori che si tradurrebbero in impulsi alla natalità delle imprese, in maggiore occupazione, credito più abbondante e maggiori investimenti: questi ultimi aumenterebbero tra gli 11 e i 14 miliardi grazie anche a un maggiore afflusso di capitali esteri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino