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Il governo prepara la riforma dei bonus energetici. E i soldi per metterla a terra arriveranno dalla rimodulazione degli obiettivi del Pnrr. Il piano è pronto e, se non ci saranno intoppi, dovrebbe essere reso noto tra un paio di settimane al massimo. La revisione alla quale sta lavorando il ministro Raffaele Fitto, dovrebbe permettere di liberare fino a 3 miliardi di euro da destinare ad un potenziamento dei bonus per il prossimo anno. L’intenzione sarebbe provare a far risalire l’aliquota dello sconto fiscale anche fino al 110 per cento. Ma non per tutti.
Una prima limitazione riguarderebbe l’ambito di applicazione. Il nuovo superbonus sarebbe limitato soltanto ai condomini, alle case popolari (gli Iacp) e alle Rsa, le residenze sanitarie assistite. Il secondo paletto, sarebbe che a poterne usufruire potranno essere soltanto i soggetti cosiddetti “incapienti”. Si tratta di persone o famiglie a basso reddito che non guadagnando abbastanza non hanno debiti fiscali verso lo Stato dai quali “scontare” l’importo degli eventuali lavori.
Superbonus resta al 110% per i redditi bassi
È un problema abbastanza comune soprattutto nei grandi condomini, dove gli “incapienti” molto spesso tendono a bloccare le delibere per la ristrutturazione.
Parallelamente alla riforma dei bonus per il prossimo anno, dovrebbe marciare anche una norma “salva-cantieri”. Una proroga cioè, dei cantieri finannziati con il Superbonus del 110 per cento (e gli sconti in fattura) che vanno tassativamente chiusi entro la fine di quest’anno. Molti cantieri nei mesi scorsi hanno subito ritardi per le continue modifiche normative, e rischiano di non riuscire a chiudere i lavori in tempo con la scadenza di fine anno.
IL PROGETTO
L’ipotesi sarebbe, per il momento, quella di una proroga di tre mesi, ma soltanto per chi ad una certa data sarà già arrivato ad un certo grado di avanzamento dei cantieri. Questa percentuale, per esempio, nel caso delle villette era stata fissata al 30 per cento. L’intenzione del governo, comunque, sarebbe quella di permettere a chi ha già iniziato i lavori di concluderli, evitando invece che possano partire altri cantieri finanziati interamente con il 110 per cento. C’è poi la terza questione, quella dei cosiddetti “esodati” del superbonus. Si tratta di persone e famiglie che hanno avviato i lavori con lo sconto in fattura, ma poi sono rimasti “incagliati” nel blocco delle cessioni dei crediti da parte del sistema bancario. Anche per questi casi al Mef si sta cercando una soluzione che potrebbe vedere anche il coinvolgimento della Sace per sbloccare i lavori. Secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate, a luglio di quest’anno, ci sarebbero 7 miliardi di euro di crediti incagliati. Il tema è anche sociale. Non ci sono a rischio solo migliaia di aziende, ma chi ha iniziato i lavori contando sul Superbonus, se non riesce a concluderli potrebbe essere costretto a rimborsare anche quanto già scontato. Al governo, insomma, si sono convinti che un salvagente è necessario.
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Il Mattino