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«Se il Superbonus 110% non è più sostenibile per le casse dello Stato, è giusto che vada cambiato. Ma forse è frettoloso farlo stravolgendo, per l'ennesima volta in corso, regole e procedure. Scadenze così repentine, come quella fissata al 25 novembre per la presentazione della Cilas, non aiutano certo le imprese e rischiano di rendere più caotico e pesante il lavoro dell'Amministrazione finanziaria». A dirlo è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli.
«Sono assolutamente favorevole a una rivisitazione, in chiave di tollerabilità per l'Erario, del Superbonus considerato che anche al 90% i committenti potranno beneficiare di sgravi importanti - sottolinea - E non escludo nemmeno che, in quest'ottica, gli stessi committenti eserciteranno un maggiore controllo su qualità e tempistica dei lavori.
«Di un aspetto, però, il Governo deve prendere atto: serve un provvedimento per smobilizzare i crediti nella pancia delle aziende rimettendo in moto il meccanismo delle cessioni o con i grandi player economici, come Poste ed Enel, o con il sistema creditizio. Ipotesi al vaglio ce ne sono: si potrebbe consentire alle imprese di poter scontare i crediti di più annualità in un numero inferiore di anni, arrivando così a una compensazione con le proprie tasse o, ancora, autorizzare gli istituti di credito a compensare gli F24 pagati dagli contribuenti».
«In un caso o nell'altro, è fondamentale a questo punto rendere più rapida ed efficace la circolazione dei crediti maturati dalle aziende, soprattutto in considerazione dell'aumento indiscriminato dei prezzi che sta rallentando o bloccando moltissimi cantieri col rischio, da qui a qualche mese - conclude Di Santis - di non poter più reggere il ritmo senza una iniezione di liquidità».
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