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Stop alla cessione del credito. Il governo ha deciso non sarà possibile dare vita a operazioni di cessioni del credito e sconti in fattura per attività non ancora avviate. Una norma che riguarda sicuramente il Superbonus, l’ agevolazione sulla quale lo stop ha sicuramente il maggiore impatto. Di fatto, un condominio o un proprietario di casa indipendente che non ha ancora depositato la Cilas dovranno chiedere le detrazioni sul 730 e sul modello PF. Ma lo stop del governo alla cessione del credito non riguarda soltanto il superbonus, prima al 110% e ora al 90%. Sono numerosi infatti i bonus edilizi, se non bloccati, comunque non facilmente fruibili. Una decisione, quella del governo Meloni, che si accompagna a quella di impedire agli enti locali di acquistare i crediti incagliati fermando un meccanismo considerato dannoso. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti giustificato la scelta nell’interesse della tutela dei conti pubblici, messi alla prova dalla montagna di crediti dei bonus edilizi. Senza contare le stretta delle banche che non riuscivano più a concedere i prestiti alle imprese edili.
Cosa cambia con la detrazione
Da ora in poi, dunque, i nuovi interventi edilizi si possono fare sfruttando gli attuali bonus, utilizzando soltanto la detrazione d’imposta. I lavori si devono pagare e poi si deve attendere la detrazione annuale con la dichiarazione dei redditi.
Come cambiano gli altri bonus
Dunque oltre al superbonus finisce nella nuova tagliola il bonus ristrutturazione. Scatta dunque sola detrazione del 50% del costo dei lavori per interventi di manutenzione straordinaria, per il risanamento conservativo, la ristrutturazione e il restauro. Rientrano nel contributo anche tutte le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria che si realizzano sulle parti comuni condominiali. C’è poi l’ecobonus al 50% e al 65%. Lo sconto può arrivare in alcuni casi anche fino all’85%, con i lavori sempre finalizzati al miglioramento energetico della casa. Le spese comprendono sia i costi per i lavori relativi all’intervento di risparmio energetico, sia quelli per le prestazioni necessarie per realizzare l’intervento e ottenere la certificazione energetica. Per finire c’è appunto il sismabonus, la detrazione al 90% (con tetto di spesa fissato a 96mila euro) e vale per: lavori antisismici generici; interventi per la riduzione del rischio sismico di una o due classi, anche sulle parti comuni dei condomini; demolizione e ricostruzione di edifici, sempre per abbassare il rischio, tramite imprese edilizie.
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Il Mattino