Un'«espressione tangibile di solidarietà nell'Unione, con cui gli Stati membri concordano di sostenersi l'un l'altro». È l'intento...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE --> Coronavirus, come far arrivare subito i buoni spesa ai cittadini? Un portale può aiutare i Comuni
Un elemento di spicco della proposta, che aspetta il vaglio del Consiglio e cioè dei governi nazionali, è che la Ue emetterà bond, finanziandosi sui mercati fino a una potenza di fuoco di 100 miliardi di euro. Ottenibili grazie alla leva finanziaria a fronte di garanzie (proporzionate alle dimensioni di ciascuna economia) per 25 miliardi da parte degli Stati. Tuttavia la bozza descrive chiaramente i soldi che arriveranno allo Stato beneficiario «è un prestito, non un finanziamento a fondo perduto». Che ha «natura temporanea», e andrà «reso compatibile» con i vincoli di bilancio europei (peraltro ora sospesi). I prestiti del Sure potranno essere rinnovati, ma aumentarne le dimensioni non appare facile: servirebbero ulteriori garanzie degli Stati. Che si tratti di un prestito fa assomigliare il Sure all'Efsf che fu creato nel 2010 durante la crisi finanziaria, con la differenza che in questo caso non vi è alcuna condizionalità per il beneficiario. È un incentivo a tutti gli stati membri a dotarsi di un sistema di protezione degli occupati. Ma è trascurabile la convenienza in termini di tassi rispetto al finanziarsi emettendo debito: qualcuno, fra gli esperti, stima un risparmio medio, in termini di costo del debito, pari a circa 0,015 punti percentuali rispetto all'emettere Btp italiani.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino