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Slitta la dichiarazione dei redditi. Slitta anche il versamento della seconda rata di acconto Irpef e quella dell’Irap. Tutto spostato dal 30 novembre al prossimo 10 dicembre. Non è però questa mini proroga il cuore del decreto “ristori quater”, oggetto ieri dell’ennesimo vertice di maggioranza. Per le imprese in difficoltà, le scadenze fiscali di novembre e dicembre saranno posticipate fino al 30 aprile.
E lo saranno per tutte le aziende che fatturano fino a 50 milioni di euro, ovunque esse siano localizzate, e che hanno subito un calo del fatturato nei primi sei mesi del 2020 di almeno il 33%.
Nel decreto dovrebbe entrare anche il rinvio a marzo delle rate di dicembre della rottamazione delle cartelle esattoriali e del saldo e stralcio. La pace fiscale ieri ha tenuto banco nelle discussioni del governo. Il Movimento Cinque Stelle ha presentato un emendamento per introdurre una quarta operazione di rottamazione dei ruoli esattoriali, per poter saldare senza sanzioni e interessi quelli di quest’anno. Nel decreto ci sarà il rinnovo del contributo di 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo. E un’indennità di 800 euro per i lavoratori sportivi. Non troverà invece spazio il cosiddetto “bonus Cig”, ossia il pagamento di un extra di 500 euro a dicembre per i dipendenti in Cassa integrazione. A proporre la misura era stato direttamente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, tuttavia, ha dovuto scontrarsi con la contrarietà del ministero del Tesoro preoccupato dai costi del bonus (1,6 miliardi). Contrari si sono detti anche diversi partiti della maggioranza, come Italia Viva, soprattutto per il rischio che la somma non potesse essere erogata a tutti e non nei tempi sperati dal premier. Quello che invece potrebbe arrivare, sono dei ristori di 600 euro a fondo perduto per i cosiddetti «ordinisti», i lavoratori autonomi iscritti ad un ordine professionale (architetti, avvocati, commercialisti).
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Il Mattino