Cop26, intervista a Manuel Grimaldi: ​«La transizione ecologica si può fare e rende pure»

Cop26, intervista a Manuel Grimaldi: «La transizione ecologica si può fare e rende pure»
«Quando ho capito che bisognava cambiare e passare subito a un modello aziendale ecologicamente sostenibile? Con la Grande Crisi del 2008 in Finlandia». ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Quando ho capito che bisognava cambiare e passare subito a un modello aziendale ecologicamente sostenibile? Con la Grande Crisi del 2008 in Finlandia».

Manuel Grimaldi guida Grimaldi Group, uno dei più grandi player mondiali della logistica specializzato nel trasporto marittimo di auto, merci rotabili, container e passeggeri e sulla transizione ha investito da tempo.

Solo per rimanere agli ultimi due anni nella flotta Grimaldi sono entrate in attività 12 nuove navi (altre 20 arriveranno entro il 2025), tutte abbattono del 50 per cento le emissioni rispetto a quelle precedentemente in servizio. Sempre negli ultimi due anni sono stati fatti 220 interventi per 600 milioni di euro per abbattere i gas di scarico, migliorare le vernici e rendere più efficiente la propulsione. 

Cosa c'entra la Finlandia.
«Nel dicembre 2008, a pochi mesi dal fallimento di Lehamn Brothers la nostra compagnia Finnlines cominciò ad accumulare deficit importanti: decisi allora di assumere direttamente la sua guida e lì ho capito che dovevamo cambiare. Quando vedevo i documenti mi rendevo conto che bisogna fare una rivoluzione».

In che senso?
«Finnlines viveva nell'opulenza: navi passeggeri semivuote, grande spreco di carburanti, sperpero di tutto. Capii che bisognava fare economie drastiche e capii che questo doveva avvenire principalmente nei carburanti. Più o meno nello stesso periodo nel Baltico fu introdotto l'obbligo di usare carburanti meno inquinanti. C'era una sola via per coniugare queste necessità: assunsi ingegneri e aprii un dipartimento esclusivamente dedicato al miglioramento energetico delle navi».

Che non è solo il carburante.
«È anche una filosofia: bisogna risparmiare energia e per questo siamo intervenuti sul profilo idrodinamico delle navi introducendo innovazioni sugli scafi, impiegando batterie che accumulano energia durante la navigazione sfruttando ipicchi di potenza e poi rendondola disponibile nei porti permettendo alle imbarcazioni di non emettere fumi, e poi i pannelli solari sulla coperta e ancora i sensori per regolare gli aspiratori nei garage».

Una continua ricerca
«Per esempio abbiamo allungato otto navi, sei proprio della Finnlines: con lo stesso motore è aumentata la capacità di trasporto ma non i consumi di carburante e le nuove navi che sono entrate nella flotta, oltre a consumare molto meno, grazie ai motori elettronici, abbassare l'età media della flotta, hanno più capacità di trasporto».

Innovazioni che costano.
«Innovazioni che rendono l'azienda più forte: per esempio Finnlines è diventata una compagnia modello, produce utili (anche nell'anno del Covid, unica che non ha ricevuto contributi dallo stato finlandese). Tutto il gruppo è più forte perché avere affrontato la questione energetica permette di tenere i conti in ordine: con il petrolio ai massimi storici e senza innovazioni la situazione sarebbe diversa».

Invece...
«Invece abbiamo un dipartimento che si occupa solo di risparmio energetico e siamo continuamente impegnati a ridurre i consumi in ogni attività e in ogni spazio delle navi. Oggi possiamo anche condividere con i nostri clienti l'opportunità di ridurre la velocità delle navi per consumare meno e allungare lievemente il tempo dei viaggi».

E i clienti?
«Mai come oggi sulle scelte ambientali c'è un consenso così grande da parte di governi, imprese e cittadini. Mai come oggi è chiaro che il pianeta sta davvero rischiando con il cambiamento climatico. Guardiamoci intorno: quello che è successo a Catania la settimana scorsa, gli allagamenti in Germania, le temperature torride. Davvero è chiaro che il pericolo è di fronte a noi».

È una sfida per tutti
«Una sfida nobile che ha costi elevatissimi, ma indispensabile. Finora tutte le grandi innovazioni sono maturate in ambiente militare, per esempio il Gps, oggi le innovazioni vengono dal mondo civile, per la prima volta».

Non c'è una dark side, non è che spostiamo altrove il problema?
«È chiaro che ci sono interessi che si toccano, le lobby dei conservatori, dei petrolieri: ogni processo non è facile, del resto nella storia ci sono state sempre resistenze quando si sono fatti grandi cambiamenti. Ma non abbiamo scelta»

Lei crede che raggiungeremo gli obiettivi?


«Bisogna lavorare, trovare un nuovo equilibrio e rendere le innovazioni accessibili: abbiamo un alleato importante, e noi lo abbiamo visto nella trasformazione della nostra flotta, che è il potente valore dell'innovazione e della ricerca scientifica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino