«Il nostro Paese vive una crisi profonda: prima la globalizzazione e poi la pandemia hanno sconvolto le nostre vite, cambiando il volto all’economia. Il sistema...
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«Approcciare e risolvere le problematiche aziendali, commerciali, fiscali e societarie delle imprese che investono all’estero - ha evidenziato Matteo De Lise, presidente Ungdcec - è un obiettivo che la categoria si pone da tempo. Non è un caso che l’Unione giovani commercialisti abbia dato vita all'International Union of Young Accountants (IUYA), con la quale cerchiamo di guardare all'economia transnazionale e agli equilibri dei processi produttivi internazionali, di non lasciare soli gli imprenditori che puntano sui mercati in via di sviluppo ed anzi metterli a contatto con coloro che quest’esperienza l’hanno già affrontata».
Per Giovanni Parente, numero uno della Aicec, «i commercialisti rappresentano un anello di congiunzione tra gli interventi normativi e l’attuazione degli stessi e, dunque, quel valore aggiunto per una corretta attuazione e successo delle misure di agevolazione. Ci sentiamo partner privilegiati degli Enti pubblici in
molte materie, fiscale, contabile e da qualche anno anche di internazionalizzazione della produzione. Per questo è importante dare segnali di vicinanza a tutti coloro, e sono tanti, che operano all’estero».
Al focus interverrà anche Giuseppe Buompane, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati: «L’internazionalizzazione rappresenta un punto fondamentale dell’Agenda di Governo e, soprattutto, per il Sud può essere volano per l’ingresso sui mercati esteri per le piccole imprese e le eccellenze agroalimentari dei nostri territori, non solo di prodotto ma dell’intera filiera. Attraverso l’adozione di misure ad hoc, la cui attuazione è effettuata sotto la Cabina di regia del Ministero degli Affari Esteri, si sono date alle imprese importanti strumenti che contemplano non solo l’investimento di risorse importanti: parliamo di circa 1,4 miliardi di euro. Un altro fronte su cui si sta per la prima volta lavorando in maniera sistemica è il rafforzamento è la modernizzazione dell’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Inoltre la strategia del Governo e del ministro Luigi Di Maio in tema di internazionalizzazione delle imprese e valorizzazione del Made in Italy può contare sulla nostra rete diplomatica presente in tutto il mondo; uno strumento importantissimo che per la prima volta viene valorizzato in questa veste. Naturalmente questo governo e questa maggioranza parlamentare non ha la presunzione di avere soluzioni preconfezionate e sappiamo che sarà fondamentale il confronto costante con il mondo delle imprese e dei professionisti».
Francesco Corbello, strategic partner Dubai Fdi, rimarca inoltre come «competere sui mercati Internazionali con e-commerce, export tradizionale o apertura di sedi all’estero rappresenta ormai una scelta obbligata, anche per le imprese di piccole dimensioni. Il ruolo dei commercialisti in tale processo è fondamentale non solo nella fase della consulenza alle imprese ma anche per lo svolgimento di ruoli come quello del temporary export manager o digital export manager previsti dalle normative vigenti in materia di sostegno alle imprese, laddove le competenze aziendalistiche, giuridiche ed economiche dei dottori commercialisti possono costituire l’elemento vincente dei processi di internazionalizzazione delle micro e Pmi. Ma anche noi professionisti non dobbiamo farci trovare impreparati e, dunque, ben vengano percorsi di specializzazione professionale che caratterizzino i colleghi che su tale attività di consulenza vogliano investire nell’immediato futuro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino