Unione bancaria europea in stallo Padoan: L'Ecofin resta spaccato

Unione bancaria europea in stallo Padoan: L'Ecofin resta spaccato
Unione bancaria europea in stallo. Lo ha denunciato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al termine della due giorni di Eurogruppo ed Ecofin a Bruxelles. I ministri...

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Unione bancaria europea in stallo. Lo ha denunciato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al termine della due giorni di Eurogruppo ed Ecofin a Bruxelles. I ministri finanziari riuniti nell'Ecofin sono infatti ancora lontani da un'intesa. Continua quindi lo scontro tra i Paesi che ritengono arrivato il momento di accelerare le scelte per condividere i rischi e quelli che, al contrario, ritengono che sia stato fatto ancora troppo poco per ridurli, rivela il ministro, di solito cauto sul tema.


"È stata ampiamente discussa la questione dei prossimi passi verso l'Unione bancaria, in cui purtroppo si è dovuta registrare una situazione di stallo tra quanti, come l'Italia, vedono la necessità di introdurre meccanismi di condivisione del rischio il più presto possibile e quanti ritengono che bisogna ridurre il rischio", ha spiegato il ministro. I nodi riguardano, in particolare, l'istituzione di una garanzia comune sui depositi e un meccanismo europeo di backstop (salvagente di ultima istanza, ndr) per gestire le crisi bancarie. Padoan ha aggiunto che il gruppo di Paesi che spinge in direzione di un rapido completamento dell'Unione bancaria "non è una minoranza", ma la Germania è il Paese principale che si oppone.

Nel summit i ministri delle Finanze della zona euro hanno votato il ministro dell'Economia spagnolo, Luis de Guindos, per il ruolo di vice presidente della Bce a partire da maggio prossimo al posto di Vitor Constancio, una scelta che aumenta le possibilità che a succedere a Mario Draghi il prossimo anno sia un candidato tedesco. Secondo Padoan, la scelta di un politico "non indebolisce l'indipendenza della Bce".


Intanto, secondo il ministro, i ministri delle Finanze europei e i mercati finanziari sembrano meno preoccupati del fatto che con le elezioni di marzo si possa avviare in Italia una fase di instabilità politica: "Le preoccupazioni non si sono rafforzate. Sono rimaste più o meno quelle che erano un mese fa. Forse sono anche meno pressanti. Un tema che viene aggiunto alla conversazione è che sono meno preoccupati anche i mercati". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino