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LONDRA - La famiglia Carter, residente nel Worcestershire, in Inghilterra, sarà risarcita dall'ospedale per la morte della loro figlia Amy, 15 anni, avvenuta nel 2009.
La ragazza, nel dicembre 2009, aveva accusato alcuni sintomi influenzali e mal di gola, e mangiava e beveva a fatica. Visitata presso l'ospedale NHS Trust, i medici le avevano semplicemente prescritto una cura a base di paracetamolo. Tuttavia, nei giorni successivi, la ragazza aveva sviluppato eruzioni cutanee, occhi gonfi e febbre alta.
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Per questo i genitori, tre giorni dopo la prima visita, tornarono con Amy in ospedale, che ormai pesava meno di 40 kg ed aveva anche iniziato a vomitare. Anche in questa occasione i medici le diagnosticarono un problema alle ghiandole ma decisero di dimetterla, nonostante la ragazza non avesse nemmeno le forze per camminare.
«Vi prego, sto male, ricoveratemi», avrebbe pregato la ragazza, come riporta il Daily Mail. I medici, però, non ne vollero sapere e la rimandarono a casa. La ragazza morì due giorni dopo, per un'insufficienza organica multipla dovuta ad una rarissima combinazione di malattie. I genitori, però, puntarono immediatamente il dito contro la struttura ospedaliere, che ancora oggi difende l'operato dei medici ma è stata costretta a pagare un risarcimento ai Carter. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino