TREVISO - Commessa di un supermercato di Treviso s’inventa d’essere stata derubata da un energumeno e chiama le forze dell’ordine. Ma gli investigatori, in...
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La donna viene denunciata e la Procura, esaminate le prove, la iscrive sul registro degli indagati ipotizzando le accuse di appropriazione indebita e procurato allarme. «Ero disperata - ha spiegato la donna - Mio marito ha perso il lavoro e, con il misero stipendio di cassiera, non riuscivo a sfamare i figli. Ho avuto un attimo di follia. Mi vergogno e chiedo scusa. Perdonatemi».
La giustificazione ha convinto i titolari del supermercato che l’hanno "assolta" (non si sono nemmeno costituiti parte civile, avendo ottenuto la restituzione dei soldi). Ma non ha impietosito il pm Iuri De Biasi che ha chiesto e ottenuto di processarla. La donna è così sfilata davanti al giudice Leonardo Bianco.
Viste le prove e l’ammissione di colpa, l’avvocato Alessandra Rech, che assiste la 30enne residente alla periferia di Treviso, ha cercato e trovato un accordo con la Procura. La cassiera ha così patteggiato 10 mesi di reclusione, con i doppi benefici (era incensurata). Inverosimile lo scenario nel quale si è consumata la vicenda. La 30enne, giunta per prima nel supermercato, si è fatta attrarre dai soldi del fondo cassa. Se li è messi in tasca e poi ha finto d’essere stata derubata da un cliente. Ma la scusa ha retto solo qualche decina di minuti.
Le forze dell’ordine, chiamate per la denuncia, hanno subito fatto cadere in contraddizione la cassiera che, messa alle strette, ha ammesso le proprie colpe: «Sono stata io -ha detto- Ho inventato il furto per sfamare marito e figli».
Il Mattino