ROMA (26 giugno) - Storie di ritorni: i mille tifosi del Ghana che, sostenuti da un programma governativo, erano andati in Sudafrica per sostenere in mezzo alle vuvuzelas i loro...
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televisione. Il budget copriva soltanto la prima fase e non erano assicurati
nella speranza di passare il turno. E non si poteva sforare.
Anche la comitiva italiana è rientrata, tra Fiumicino e Malpensa, alla spicciolata: nessuno è salito sul pullman dei vincitori: nemmeno Lippi, che da pifferaio magico s’è tramutato in piffero di montagna, che andò per suonare e fu suonato. L’Italia non aveva finito il budget, che nel calcio nostrano è sempre cospicuo e comunque un eventuale debito in più non si nega a nessuno: aveva finito il mondiale. All’arrivo neppure pomodori, come quella volta della Corea, o perfino quell’ altra dei 6 minuti di Gianni Rivera. Non hanno meritato che l’indifferenza delusa o la delusione indifferente e qualche grido di “vergogna”.
E laggiù si godono i loro eroi, come David Villa che segna da metà campo, come Muslera che fa sognare i tifosi della Lazio bravo come è diventato, come Landon Donovan, che ha dedicato in mondovisione il suo gol americano a quella che il giorno prima aveva definito “la mia ex moglie” e che, grazie al gol e alla dedica, pare che non sia più tanto ex: auguri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino