Ami Project: il museo si trasforma in una caccia al tesoro

Vivere il museo da protagonista attraverso una caccia al tesoro in realtà aumentata. Un’esperienza possibile grazie ad AmiAr, un’ app, disponibile in iOS e...

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Vivere il museo da protagonista attraverso una caccia al tesoro in realtà aumentata. Un’esperienza possibile grazie ad AmiAr, un’ app, disponibile in iOS e Android, che permette al visitatore di essere parte attiva di un percorso di conoscenza attraverso la soluzione di enigmi relativi alle opere d’arte. Un’idea pensata per stimolare in particolare l’apprendimento dei più piccoli, e rendere la loro fruizione della location museale più simile all’immersione in un videogioco.


 

 


AmiAr è solo uno degli strumenti di AmiProject, un progetto di ricerca e sviluppo finanziato dal ministero dello Sviluppo Economico, nato con lo scopo di creare un nuovo modello di valorizzazione del museo, che utilizzi soluzioni tecnologiche e innovative modalità interattive. La ricerca, iniziata nel luglio 2017, ha avuto il supporto di due partener industriali (Naos Consulting srl e Conform scarl), ed è stata realizzata in collaborazione con il dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università Federico II di Napoli, con la consulenza di Databenc - Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali.
 
«Abbiamo definito il lavoro museo 3.0 – spiega  Francesco Piccialli, responsabilie scientifico di Ami, nonché docente e ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell'Informazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II -  dove le nuove tecnologie e i nuovi modelli di comunicazione e di marketing social si incontrano e favoriscono la fruizione e la valorizzazione del luogo, l'avvicinarsi del pubblico che intendiamo giovane, aprendosi a stakeholder museali che potranno sicuramente trarre vantaggio da queste metodologie». 
 
Non solo app, ma anche visori 3d, video interattivi, piattaforme di gaming, e social network per un servizio utilizzabile anche all'esterno del luogo museale. Ami Project è già stato sperimentato in 4 siti delle Campania, due di questi a Napoli: il Museo Civico Gaetano Filangieri e Fondazione Circolo Artistico Politecnico.


«Siamo in fase di sperimentazione dei risultati – ha sottolineato Piccialli- a questo punto ci apriamo al pubblico andando a raccogliere i feedback rispetto a quello che è stato fatto. Continueremo le nostre ricerche in questo ambito proponendo nuove progettualità e provando ad applicare le tecnologie Ami in contesti sempre più ampi». 

 

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Il Mattino