Biomasse, trasporti e Pmi hi-tech Asse Napoli-Pechino per il futuro

Biomasse, trasporti e Pmi hi-tech Asse Napoli-Pechino per il futuro
Nuovi sistemi di trasporto intelligenti, trasformazione digitale dei processi industriali e utilizzo delle biomasse nell’economia circolare sono i tre assi su cui stanno...

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Nuovi sistemi di trasporto intelligenti, trasformazione digitale dei processi industriali e utilizzo delle biomasse nell’economia circolare sono i tre assi su cui stanno lavorando la Regione Campania e l'Association for Science and Technology di Pechino. E' quanto emerge dal Sino Italian Exchange Event in corso a Napoli, evento annuale organizzato da Città della Scienza dedicato all’internazionalizzazione dei sistemi regionali di ricerca e impresa attraverso un'azione di cooperazione bilaterale che coinvolge imprese, start up, centri di ricerca e università nella costruzione di partenariati scientifici, tecnologici e commerciali tra il capoluogo campano e Pechino.

La prima sfida riguarda la mobilità intelligente e sostenibile, ovvero l'ottimizzazione dei sistemi di trasporto, la riduzione del peso dei vettori e l'utilizzo di fonti energetiche verdi, introducendo le prospettive e gli ultimi sviluppi dei veicoli e strade intelligenti che formeranno le città del futuro. I lavori in tal senso vedono la partecipazione dell'Anfia, l’associazione nazionale del settore automobilistico industriale, impegnata nella promozione dello sviluppo e adozione di politiche, standard, etichettature dei prodotti biobased e interventi e incentivi orientati al mercato emergente.
Per quanto riguarda la transizione 4.0 per le industrie più pulite sono stati invece presentati i risultati ottenuti da alcune realtà aziendali nel processo di trasformazione digitale che sta profondamente incidendo sulla manifattura, trasformando processi produttivi, prodotti e modelli di business. Una transizione che porta all'organizzazione di processi di produzione basati su tecnologie e su device in grado di comunicare autonomamente tra di loro lungo la catena del valore, con un modello di fabbrica in cui i sistemi controllati dai computer gestiscono processi fisici, consentendo ad esempio il recupero di efficienza, il monitoraggio dei consumi energetici, l’adozione di modelli produttivi circolari per incrementare la sostenibilità complessiva.


La terza sfida è quella della trasformazione di rifiuti da biomassa in nuovi prodotti di valore o in energia per rispondere ai nuovi paradigmi lanciati con l’economia circolare, valorizzandone le esperienze nel campo del riutilizzo di biomasse residue da rifiuti per i sottoprodotti della catena agricola, dell'allevamento e dei fanghi industriali. Nella bioeconomia l’Italia vanta una leadership storica, rinnovata nel piano strategico del 2019 per interconnettere il paradigma della bioeconomia con quello dell’economia circolare. Si tratta di uno strumento prezioso per tracciare un orizzonte di sviluppo sostenibile attraverso un’economia che impiega le fonti rinnovabili biologiche come materia prima: una strategia congrua alla lotta al cambiamento climatico e all’obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 di almeno il 55% entro il 2030. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino