«Si può conoscere di più in un’ora di gioco che in un anno di conversazione», diceva Platone. Ne sono convinti anche al Museo Archeologico...
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«Si tratta di un gioco narrativo 2D a scorrimento laterale che racconta il viaggio di un figlio alla scoperta del padre archeologo che non ha mai conosciuto», spiega Fabio Viola, produttore del videogame e presidente di TuoMuseo. Il ragazzo trova una lettera del suo genitore e lì inizia il suo viaggio che lo porta in alcuni del luoghi più suggestivi di Napoli e di Pompei. Un viaggio non solo fisico ma che lo porta anche attraverso i secoli: dall’Antica Roma all’Egitto, passando per l’età borbonica fino ad oggi. La particolarità del gioco è che in prossimità di alcuni luoghi storici, avvicinando il proprio dispositivo, si sbloccano altri livelli per rendere la competizione ancora più accesa.
Le schermate di Father and Son sono state interamente dipinte a mano per consentire al videogiocatore di calarsi al meglio nelle atmosfere del passato e della Napoli di oggi. Un modo divertente per conoscere rivolto sia ai grandi sia ai più piccoli perché, come ha detto Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale, «il Museo deve essere un posto dove si gioca. I principi dell’ICOM, International Council of Museums, prevedono che oltre alla conoscenza ci sia il diletto nella visita di un Museo. Il gioco non è solo monopolio dei bambini ma anche degli adulti perché tutti noi se vogliamo avere voglia di vivere e voglia di trasmettere dobbiamo essere entusiasti come bambini». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino