L'aereo per gli Stati Uniti ce l'ha stamattina. Ma prima di partire, Lisa Jackson, vicepresidente con delega all'ambiente e alle politiche sociali, ha promesso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Jackson dica la verità, si aspettava che questi ragazzi fossero così talentuosi?
«Sapevo che questi ragazzi avevano tanto talento e che la Campania in particolare avrebbe sfornato grandi studenti. Speravamo che con l'Academy si sarebbe accesa una scintilla da cui trarre ispirazione per sviluppare poi delle app, fondendo creatività e innovazione. Hanno comunque sorpassato le nostre più rosee aspettative. Quello che ho visto in questi giorni è incredibile e Napoli e la sua essenza sono spettacolari».
Cosa vi ha mossi un anno e mezzo fa nello scegliere proprio Napoli come sede della prima iOS Developer Academy europea?
«Sapevamo, scegliendo Napoli, che avremmo trovato uno spirito imprenditoriale basato sulla gioia e sul duro lavoro delle professionalità locali, oltre alla reputazione di altissimo livello dell'Università Federico II che abbiamo scelto per la nostra collaborazione. Eppure, pur sapendo tutto questo fin da prima, siamo rimasti stupefatti da quello che siamo riusciti a realizzare in un solo anno. Questi primi cento diplomati, cui seguiranno nei prossimi mesi i successivi cento rappresentano quello che abbiamo sempre desiderato. E molto, molto altro ancora».
In questi due giorni a Napoli ha avuto modo di assistere alle presentazioni delle migliori app realizzate dagli studenti sia della Academy che dell'iOS Foundation Program, che si tiene in cinque università campane. Qualcuna l'ha particolarmente colpita?
«Mi è piaciuta molto Play in Green degli studenti dell'Università Parthenope dove si svolge l'iOS Foundation Program, perché la mia passione sono le politiche ambientaliste e ovviamente trovare un'app che vi sia legata per me ha grande valore. Ma comunque sono stati tutti lavori straordinari e All'Academy della Federico II invece ho visto due approcci totalmente diversi con app che si rivolgono a persone con disabilità: Cromnia nel semplice gesto di scegliere i colori, e Hear me well per non udenti o per chi ha difficoltà d'udito. Entrambe sono opportunità con cui i disabili riescono a partecipare più pienamente alla vita. La cosa che mi piace sottolineare è che non stanno facendo tutto questo per ottenere un profitto ma per aiutare lì dove ce n'è bisogno, mostrando anche l'emozione degli utenti delle app e il beneficio che comporta. Poi sono rimasta stupita dal lavoro che gli studenti hanno fatto per realizzare Journey, un social network molto innovativo, oppure Jume con cui gli studenti mi hanno fatto conoscere il sogno lucido di cui non ero neanche a conoscenza. Ed è questo il bello: far conoscere qualcosa a un pubblico che non ha la minima idea di un concetto, e far accrescere il loro interesse sull'argomento».
Tra gli studenti c'è qualcuno che spicca per capacità, magari da portare a Cupertino?
«Ogni studente è destinato a grandi cose, alcuni diventeranno sviluppatori professionisti di app, alcuni continueranno nelle loro professioni ma inserendo quanto imparato all'Academy per migliorarle. Apple investe in questi studenti perché questo sforzo ripagherà per fare cose incredibili in moltissimi modi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino