Insomma non chiederemo più al vicino prossimo dove andare. Si perderà il vizio di questo rituale un po' meridionale già reso automatizzato da Google Maps...
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L'app, progettata dalla milanese JoinTag, grazie a una donazione dell'azienda farmaceutica Pfizer, sacrifica un po' di interazione a vantaggio però di un filo diretto tra il paziente e la struttura ospedaliera. In una prima fase la nuova tecnologia farà da Cicerone scortando negli ambulatori dell'ospedale. In un secondo step invece, «Visita Facile» questo il nome del progetto, curerà i malati cronici a distanza, trasmetterà ricette e referti, permetterà di prenotare con un solo tasto e di mantenersi aggiornati sulle malattie evitando così le fake news. Insomma così lontani così vicini: il paziente sarà in filo diretto con il medico pur stringendogli poco la mano.
Entro il 2018 verrà mappato l'intero nosocomio mentre nel 2019 dovrebbe partire l'estensione delle funzioni dell'utility per la creazione di chat bot attraverso cui il medico è allertato se paziente sta male. Per ora la facility è attiva solo per l'area infettivologica, oncologica, ematologica, endocrinologica e per il fumo, dipendenza particolarmente a cuore visto che solo in Campania il tumore al polmone è la prima causa di morte degli ultracinquantenni.
L’app è dedicata all’esperienza del paziente e dei suoi accompagnatori all’interno della struttura federiciana ma sarà utile anche per gli oltre 8mila studenti che ogni giorno frequentano la struttura. È utilizzabile da chiunque si rechi presso il Policlinico Federico II, senza bisogno di registrazione e gratuitamente. Inoltre, in una sezione apposita chiamata “La mia Visita Facile”, l’utente potrà fotografare analisi, esami, prescrizioni e segnare appuntamenti, per poter tenere traccia del proprio percorso di cura.
E la privacy dei dati medici resi al servizio? Per ora i dati restano appunto sul cellulare del paziente e non trasmessi all'azienda. In futuro, assicurano che un codice identificativo anonimo garantirà da ogni pericolo di diffusione o dispersione di dati sensibili, come collaudato da altre 10 app di settore attualmente utilizzate in Italia. Un processo irreversibile quello delle applicazioni se si calcola che nel 2020 saranno 2 miliardi nel mondo le persone che si rapporteranno al cellulare solo per utilizzarle. E se si teme di lasciare fuori dalle agevolazioni gli anziani, i medici confortano che anzi è un «pretesto per la collaborazione generazionale e un incentivo per recuperare un senso di comunità e mutua solidarietà». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino