Dalle cravatte alle cucine condivise l'hi-tech che fa bene al mondo

Il Premio Nazionale dell'Innovazione si avvicina e per gli startupper è tempo di perfezionare i loro progetti in vista della competizione che si svolgerà a...

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Il Premio Nazionale dell'Innovazione si avvicina e per gli startupper è tempo di perfezionare i loro progetti in vista della competizione che si svolgerà a Napoli dal 30 novembre al 1 dicembre. Youth Village è stata l'occasione per fare un focus sulla social innovation, una branca del 4.0 di cui si parla poco ma che ha grande potenzialità. Tra i concorrenti al PNI sono numerose le startup iscritte a questa categoria il cui obiettivo è avere idee che possano migliorare il mondo, agendo direttamente sul benessere dell'uomo e sulla sua interazione con il prossimo. 


Meltin Kitchen, ad esempio, è una startup dell'Università L'Orientale che ha ideato una piattaforma per mettere in collegamento chi cucina cibo di varie parti del mondo e chi è interessato a conoscerlo. Quest'ultimo mette a disposizione la propria cucina, può accompagnare il cuoco a fare la spesa e seguire la preparazione delle pietanze per imparare a fare piatti tipici di luoghi lontani. Ed è così che l'integrazione e la conoscenza dell'altro si fa a tavola. Poi c'è il team di Cravattacc', 4 donne che hanno ideato un semplice cono in polipropilene che, con due semplici passaggi, permette di fare il nodo alla cravatta perfettamente. Tra le startup di maggiore successo c'è BlueNet, all'avanguardia nella produzione di tecnologie. Dal secondary ticketing alla contraffazione, dalla pianificazione di un viaggio al pagamento attraverso un piccolo braccialetto, il team crea soluzioni a ogni problema, rendendo la vita di tutti i giorni più semplice in poche mosse.


Ad ascoltare le idee innovative proposte per il PNI ci sono i mentor, esperti del settore che dopo aver ascoltato i pitch hanno dato consigli e dritte agli startupper. Tra questi anche Clara Toures e Ilaria Stefanini di Dialogue Place, l'incubatore di imprese sociali internazionale nato nel cuore di Napoli, nei Quartieri Spagnoli. «Il nostro valore aggiunto è quello di mettere insieme italiani e immigrati per favorire l'integrazione e la conoscenza reciproca», ha detto Clara Toures. Tra i mentors anche Clarilisa Camilleri, di EBEN, rete europea di centri di innovazione, attiva anche in Commissione Europea. «In Europa - ha detto - uno dei grandi motori dell'economia sono le piccole e medie imprese, quindi è fondamentale dare sostegno a queste imprese. Al di là dell'imprenditoria in generale, la social innovation serve come strumento per risolvere i problemi sociali, creando opportunità economiche e quindi chiudendo il cerchio del futuro».     Leggi l'articolo completo su
Il Mattino