«Voglio mandare un messaggio alla politica: cerchiamo di concentrare le nostre forze e le nostre risorse nei grandi obiettivi, non rinunciamo alle priorità della...
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È il momento clou del convegno promosso dal Mattino e ospitato dal Teatro Mercadante di Napoli: «Avere 20 anni al Sud: le ragioni per restare e per tornare». Dopo le testimonianze di giovani laureati napoletani, è il direttore de Il Mattino Alessandro Barbano a chiamare sul palco il premier. «Abbiamo davanti un'occasione e dobbiamo guardarci in faccia ciascuno con le proprie responsabilità», esordisce Gentiloni. E spiega: «La sfida del lavoro per i giovani del Sud esiste da lungo tempo, ma il contesto europeo e globale dell'economia, oggi ci dà l'occasione per dare risposte. Siamo a metà del guado, la crescita nelle regioni meridionali, con differenze tra le regioni, ha raggiunto livelli allineati a quelli nazionali con dati dell'export per alcuni versi estremamente incoraggianti. Chi vuole investire nel Mezzogiorno e creare lavoro lo può fare a condizioni economiche e legislative straordinariamente positive, di una convenienza senza precedenti tra il credito d'imposta rafforzato e la decontribuzione per l'assunzione di giovani che vale doppio per il Mezzogiorno. Con queste misure proviamo a dare una spallata a una situazione che apparentemente non si riesce a smuovere».
Le priorità, per il Sud, sono sempre le stesse: «Il Mezzogiorno deve scommettere su quelle che sono le sue vocazioni, certamente il binomio turismo-cultura, green economy, innovazione e ricerca - continua il premier - Poi c'è la sfida del Mediterraneo, che per noi è vitale, e rappresenta la terza area dei nostri scambi commerciali nel mondo. Ma è anche la frontiera di una sfida futura: portare uno sviluppo sostenibile nel continente africano». Spetta alla politica creare le condizioni. E alla politica Gentiloni spedisce il suo messaggio. Consapevole che «il Sud e i giovani del Sud non ci perdonerebbero se sprecassimo questa grande occasione».
Dopo il premier, e altre testimonianze di cervelli in fuga e giovani che hanno scelto di restare in Campania tra mille difficoltà, è la volta del sindaco di Napoli Luigi de Magistris e del presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, d'accordo (per una volta) sulla necessità di nuovi interventi per il Mezzogiorno. «Se vogliamo creare le condizioni di sviluppo - attacca de Magistris - dobbiamo evitare che gli enti locali vivano una perenne situazione di dissesto o predissesto. Così è impossibile creare qualità della vita e garantire i servizi. In questo senso è necessario rivedere alcune misure nazionali, perché c'è ancora troppa disparità tra Nord e Sud rispetto ai fabbisogni. Prendo atto che il premier Gentiloni ha detto che il Sud avrebbe bisogno di leggi speciali, ma finora abbiamo registrato leggi speciali per Roma e per Milano e un emendamento speciale per i trasporti di Torino».
«Dobbiamo fare di più, è del tutto insufficiente il quadro legislativo attuale per affrontare le dimensioni del problema disoccupazione giovanile al Sud, bisogna liberare l'Italia dal groviglio burocratico, amministrativo, giudiziario che paralizza questo Paese», rilancia De Luca citando «dati impressionanti: 200mila giovani laureati sono andati via negli ultimi 15 anni dal Mezzogiorno, il Centro Nord ha recuperato i posti perduti negli anni della crisi, nel Sud invece siamo sotto le 400mila unità. La questione economica e sociale rischia di diventare una questione democratica, rischiamo la desertificazione delle aree interne, di perdere il capitale umano più prezioso che abbiamo, e rischiamo di non fare quello che dobbiamo fare».