A Napoli la ricerca al femminile colpisce ancora. Il team di Synthetic and Systems Biology for Biomedicine dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Napoli, guidato dalla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Attualmente, infatti, la terapia genica più diffusa è quella che utilizza il Dna, che può però causare effetti collaterali, se si integra in punti indesiderati delle cellule dei pazienti. L’Rna invece, non si integra nel genoma ed inoltre porterebbe ad una serie di vantaggi come la possibilità di regolare la durata dell’attività terapeutica nel paziente, proprietà che ne consente l’applicazione per alcune specifiche malattie. Per questa ragione nel campo della bioingegneria oggi la ricerca mira a sviluppare metodi che consentano la modulazione delle molecole di Rna a scopo terapeutico. Questo controllo si basa su alcune proteine che legano l’Rna per bloccarne il passaggio a proteina.
Il gruppo guidato da Velia Siciliano ha sviluppato la tecnica per modificare la struttura di queste specifiche proteine che legano l’mRna in modo da controllarne l’attività a cascata grazie all’uso delle proteasi. In assenza di proteasi, le proteine legano l’mRna e ne impediscono la sua traduzione (Proteina spenta). In presenza delle proteasi, la proteina che lega l’mRna viene resa non funzionale, e quindi l’mRna viene tradotto in proteina (Proteina accesa).
Questo sistema di «ingegneria proteica», costituisce un passo fondamentale per lo sviluppo di terapie basate su mRna, dove cioè la proteina accesa può essere una terapia. Ѐ questo il caso dello sviluppo di vaccini antitumorali o terapia genica.
Al momento il sistema è stato testato con proteasi virali. Ma alcune proteasi, sono anche biomarcatori di diversi tumori, ossia sono presenti in numero abbondante nell’organismo in condizioni patologiche come quelle tumorali. Per questo il team di Velia Sicilinao pensa ad azioni terapeutiche in cui la proteina-terapia, che sarebbe spenta in cellule normali, viene accesa proprio da quelle tumorali che producono la proteasi le quali «rompono» le proteine che legano l’Rna. «La nostra ricerca in biologia sintetica sta cercando di semplificare sempre più questi circuiti sintetici e di mantenere un’alta specificità legata a poche patologie, proprio per aumentarne l’utilità a scopo terapeutico – dichiara Velia Siciliano – affinché il passaggio a test clinici sia sempre più rapido». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino