Il futuro è già qui. Non è uno slogan ma quello di cui sono convinti Gennaro Russo e Giancarlo Pagliocca, fondatori dell’innovativa startup Trans-Tech....
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«Con il nostro aereo si può raggiungere New York da Napoli in sole due ore. Ma a volte per raggiungere l’Aeroporto di Capodichino da Fuorigrotta si può impiegare lo stesso tempo», spiegano Russo e Pagliocca. Poco soddisfatti del risultato, hanno pensato di inventarsi anche un modo per arrivare in aeroporto in poco tempo: la macchina volante. Non ha pericolosi propulsori o ingombranti eliche difficili da gestire in città, ma un sistema grazie al quale si solleva da terra e in poco tempo raggiunge la meta. Chi non ha mai sognato una simile vettura per ingannare il traffico cittadino? Ma i due ingegneri puntano in alto, a una «galassia lontana lontana», e pensano anche a soluzioni per lo spazio. Hanno progettato un piccolo satellite che funziona come un rimorchio.
«I grossi satelliti prima o poi finiscono la benzina mentre gravitano nello spazio e di solito la loro missione finisce lì – spiega Gennaro Russo – Il nostro piccolo satellite lo aggancia e può trascinarlo ancora per un po’ per allungare la sua missione almeno di un anno». Queste sono solo alcune delle idee futuristiche e orgogliosamente visionarie che hanno Russo e Pagliocca. Fantascienza? «Niente affatto. Non ci sentirete mai parlare di teletrasporto», rispondono i due che sottolineano: «le nostre idee vengono fuori da 30 anni di esperienza nell’ingegneria aerospaziale. Cerchiamo di stare con i piedi per terra: guardiamo visionariamente al futuro con il piglio dell’ingegnere».
I due fondatori della Trans-tech sono anche i suoi unici dipendenti. Come fanno a sviluppare idee così ardite solo con quattro mani e due cervelli? «Non siamo soli – risponde Pagliocca – è come se dietro la porta del nostro ufficio ci fossero circa 100 ingegneri, le migliori menti di tutto il mondo, che lavorano con noi». La Trans-Tech infatti si avvale della tecnologia «Open-Enterprise»: una piattaforma on-line dove confluiscono addetti ai lavori da tutto il mondo. Una volta proposta l’idea e ottenuti i necessari finanziamenti, chi vuole, mette a disposizione le proprie competenze e il gioco è fatto.
Russo e Pagliocca sfornano di continuo idee innovative ma sentono forte il limite di essere un’azienda italiana. «Noi supportiamo molto il made in Italy – spiega Pagliocca - ma probabilmente se fossimo nati nella Silicon Valley a quest’ora già staremmo giocando con la gravità sul nostro aereo. Qui si punta poco sulle idee visionarie». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino