Auto volanti e 2 ore per andare a Ny: Trans-Tech, futuro non fantascienza

Auto volanti e 2 ore per andare a Ny: Trans-Tech, futuro non fantascienza
Il futuro è già qui. Non è uno slogan ma quello di cui sono convinti Gennaro Russo e Giancarlo Pagliocca, fondatori dell’innovativa startup Trans-Tech....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il futuro è già qui. Non è uno slogan ma quello di cui sono convinti Gennaro Russo e Giancarlo Pagliocca, fondatori dell’innovativa startup Trans-Tech. I due ingegneri lavorano da Napoli ma le loro idee puntano allo spazio. Hanno ideato una serie di progetti che sembrano venuti fuori da un film di fantascienza ma che invece sono concreti e già sulla carta. Tra questi l’Hyplane, l’aereo a sei posti che può volare tra Napoli e New York in sole due ore. Con una particolarità: a un certo punto del volo raggiunge i 100 km di quota e può offrire ai passeggeri due minuti di assenza di gravità. Per poter consentire ai passeggeri di fluttuare liberamente nella cabina, i due ingegneri hanno studiato un sistema per cui sedili e tavolini spariscono automaticamente per lasciare spazio all’emozione di nuotare nel vuoto.


«Con il nostro aereo si può raggiungere New York da Napoli in sole due ore. Ma a volte per raggiungere l’Aeroporto di Capodichino da Fuorigrotta si può impiegare lo stesso tempo», spiegano Russo e Pagliocca. Poco soddisfatti del risultato, hanno pensato di inventarsi anche un modo per arrivare in aeroporto in poco tempo: la macchina volante. Non ha pericolosi propulsori o ingombranti eliche difficili da gestire in città, ma un sistema grazie al quale si solleva da terra e in poco tempo raggiunge la meta. Chi non ha mai sognato una simile vettura per ingannare il traffico cittadino? Ma i due ingegneri puntano in alto, a una «galassia lontana lontana», e pensano anche a soluzioni per lo spazio. Hanno progettato un piccolo satellite che funziona come un rimorchio.

«I grossi satelliti prima o poi finiscono la benzina mentre gravitano nello spazio e di solito la loro missione finisce lì – spiega Gennaro Russo – Il nostro piccolo satellite lo aggancia e può trascinarlo ancora per un po’ per allungare la sua missione almeno di un anno». Queste sono solo alcune delle idee futuristiche e orgogliosamente visionarie che hanno Russo e Pagliocca. Fantascienza? «Niente affatto. Non ci sentirete mai parlare di teletrasporto», rispondono i due che sottolineano: «le nostre idee vengono fuori da 30 anni di esperienza nell’ingegneria aerospaziale. Cerchiamo di stare con i piedi per terra: guardiamo visionariamente al futuro con il piglio dell’ingegnere».

I due fondatori della Trans-tech sono anche i suoi unici dipendenti. Come fanno a sviluppare idee così ardite solo con quattro mani e due cervelli? «Non siamo soli – risponde Pagliocca – è come se dietro la porta del nostro ufficio ci fossero circa 100 ingegneri, le migliori menti di tutto il mondo, che lavorano con noi». La Trans-Tech infatti si avvale della tecnologia «Open-Enterprise»: una piattaforma on-line dove confluiscono addetti ai lavori da tutto il mondo. Una volta proposta l’idea e ottenuti i necessari finanziamenti, chi vuole, mette a disposizione le proprie competenze e il gioco è fatto.


Russo e Pagliocca sfornano di continuo idee innovative ma sentono forte il limite di essere un’azienda italiana. «Noi supportiamo molto il made in Italy – spiega Pagliocca - ma probabilmente se fossimo nati nella Silicon Valley a quest’ora già staremmo giocando con la gravità sul nostro aereo. Qui si punta poco sulle idee visionarie». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino