Chiara Gualzetti: chiesto il giudizio immediato per l'omicidio della ragazza. Sotto accusa un coetaneo di 16 anni

L'assassino ha confessato il delitto, dicendo di aver sentito "voci" e aver ascoltato dei "demoni"

Chiara Gualzetti, si va subito verso il processo per l'omicidio della ragazza. La Procura per i minorenni di Bologna ha concluso le indagini e ha chiesto il giudizio immediato...

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Chiara Gualzetti, si va subito verso il processo per l'omicidio della ragazza. La Procura per i minorenni di Bologna ha concluso le indagini e ha chiesto il giudizio immediato per il 16enne accusato di aver ucciso la coetanea, picchiata e accoltellata ai piedi dell'abbazia di Monteveglio, non distante da casa, nel Bolognese, il 27 giugno scorso. Erano amici, lei si era invaghito di lui. E lui l'ha uccisa. Delitto già confessato, da qui la richiesta di giudizio immediato.

"Voci e demoni", ma capace di intendere e volere

Il pm Simone Purgato contesta al giovane l'omicidio aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla minore età della vittima. Nel corso degli accertamenti era stata disposta una consulenza psichiatrica secondo cui l'indagato, che aveva confessato il delitto dicendo di aver sentito «voci» e «demoni», era capace di intendere e di volere. 

Il messaggio dell'assassino a un'amica dopo il delitto

Chiara avrebbe compiuto 16 anni poco più di un mese dopo, il 29 luglio. A ucciderla, un killer con «mancanza di scrupoli, freni inibitori, di motivazioni e segnali di resipiscenza». Freddo e lucido nei suoi tentativi iniziali di depistare le indagini. Un killer della sua stessa età, che lei credeva amico e di cui si era invaghita, che dopo aver ucciso Chiara con «estrema violenza e determinazione», colpendola ripetutamente con coltellate al collo, al petto e alla gola, e infine prendendola anche a calci, ha mandato messaggi vocali «dal tenore inequivoco» a un'altra amica «cui raccontava quello che aveva commesso». In altre parole, una confessione.

Dall'ordinanza del Gip del Tribunale per i minorenni, Luigi Martello, nella convalida dell'arresto del ragazzo, era emersa subito tutta la brutalità di un delitto che ha sconvolto la comunità di cinquemila anime di Monteveglio, in Valsamoggia, nel Bolognese. Il killer adolescente («incapace di autocontrollo»), dopo l'aggressione, aveva abbandonato il corpo di Chiara tra i cespugli, non lontano dalla casa dove la ragazzina viveva con i suoi genitori. 

Un'esecuzione feroce

Le indagini si erano subito concentrate sul ragazzo. C'era un video, registrato dalle telecamere di sicurezza di casa Gualzetti. E poi una ciocca di capelli biondi nelle mani della ragazza, strappati all'assassino in un estremo tentativo di difesa. Il pensiero di uccidere Chiara gli ronzava nella testa da tempo, al ragazzo. Ripetuto, insistente, tanto da renderne partecipe una persona a lui vicina: «Questa qui mi ha scocciato, ora l'ammazzo». Nelle immagini, gli ultimi passi della ragazzina: il ragazzo le ha dato appuntamento e cammina davanti a lei sulla strada che porta alla collina, pantaloncini neri e maglietta rossa. Pochi minuti dopo la ammazzerà, con una ferocia che anche gli investigatori faticano a descrivere. L'ha accoltellata al collo e al petto, ma poiché Chiara non moriva l'ha presa a calci e uccisa di botte. Poi l'ha lasciata lì. 

 

 

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Il Mattino