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Viaggio al termine della notte. Qui finisce la poesia e iniziano ad affastellarsi rabbia, disagi e rassegnazione: dopo l'incidente del Frecciarossa, a pochi metri dall’ingresso nella galleria Serenissima, per molti viaggiatori è stata una lunga notte complicata tra ritardi e treni fermi fino alla mattina seguente. Odissea emblematica quella di Marty, beauty specialist d'origine siracusana, bloccata nella stazione di Valmontone, costretta a prendere un taxi con alcuni compagni di viaggio conosciuti nell'attesa e poi obbligata a ripiegare, per la notte, in una stanza d'albergo, l'unica trovata disponibile, a 150 euro.
Alta velocità fatta passare sulle linee secondarie
Chiamatelo effetto domino. Marty rientrava da una «giornata di formazione» e doveva percorrere in treno la tratta Tarquinia-Colleferro, per Tarquinia o Civitavecchia. «Partenza alle 18.45 arrivo previsto a casa 21.30» racconta ma l'incidente del Frecciarossa ha cambiato tutto senza «prevedere un protocollo di emergenza - sottolinea -.
La polizia allerta la protezione civile
La polizia ha spiegato «che è stata allertata la protezione civile per portare acqua e viveri. Nel frattempo si sono creati gruppi di risoluzione autogestiti. Taxi, amici e parenti... Io mi sono accodata ad un gruppo di 20enni: metà andavano per locali, altri al lavoro. Abbiamo pagato un taxi e siamo arrivati dentro Roma». Finita qui? No. «C'era l'ultimo treno per Civitavecchia. Mi dico: dai che lo prendo... invece, dopo esserci salita e aver atteso 40 minuti, ci informano che nessun treno entrava o usciva da Termini. Tutto intasato». Impossibile tornare a casa in tempi rapidi. Un disagio non da poco per chi ha famiglia o persone anziane. Così, scatta il piano B: la ricerca di un hotel a Roma quantomeno per riposarsi. «Che erano tutti pieni, dai B&B nessuna risposta. L'unica possibilità? Una stanza di fronte alla stazione Termini: una notte, 150 euro». Un salasso non preventivato che diventa l'unica strada praticabile. «Anche perché il giorno dopo dovevo andare al lavoro, con la sveglia che suona alle 6.45 per essere a Ostia per le 8.30». La mattina dopo (oggi, ndr), l'ennesima amara sorpresa. «Ancora tutto bloccato - racconta Marty -. Così, l'unica soluzione è diventata un bus per la Roma Lido ma anche qui, intanto, aveva ricambiato gli orari. Impossibile arrivare al lavoro alle 8.30. Viva l'Italia»
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