Il calciatore Portanova a processo per stupro di gruppo: «Accanimento animalesco». Ma il legale nega tutto

Il centrocampista dovrà comparire, insieme ad altri due giovani di fronte al gup del tribunale di Siena Ilaria Cornetti il 7 giugno

Il calciatore Portanova a processo per stupro di gruppo: «Accanimento animalesco». Ma il legale nega tutto
Lo scorso 28 marzo il calciatore del Genoa Manolo Portanova è stato rinviato a giudizio con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. In questi giorni dalle carte...

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Lo scorso 28 marzo il calciatore del Genoa Manolo Portanova è stato rinviato a giudizio con l'accusa di violenza sessuale di gruppo. In questi giorni dalle carte processuali emergono dettagli sulla notte incriminata del 30 maggio. Il giocatore è stato denunciato insieme ad altri ragazzi ed è accusato di «mezz'ora di violenze sessuali, percosse, accanimento animalesco» sul  corpo di una studentessa di 22 anni «concepito come un oggetto». Intanto il legale di Portanova risponde alle accuse.

 

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Il centrocampista dovrà comparire, insieme ad altri due giovani di fronte al gup del tribunale di Siena Ilaria Cornetti il 7 giugno. I tre, insieme ad un minore, secondo l'accusa si sarebbero resi protagonisti di un presunto abuso in un appartamento del centro di Siena la notte tra il 30 e il 31 maggio 2021. Per Portanova e gli altri indagati maggiorenni erano stati disposti, e poi revocati, anche gli arresti domiciliari. Dopo 10 mesi di indagini, interrogatori, accertamenti irripetibili sui telefoni cellulari dei giovani e della ragazza aggredita, il procuratore facente funzione Nicola Marini ha disposto il rinvio a giudizio per il calciatore. Per il quarto indagato, poiché 17enne all'epoca dei fatti, è competente il tribunale dei minori di Firenze.

 

«Ero esausta, chiedevo di andarmene, di chiamare la mia amica, mi veniva detto che era in bagno e non poteva intervenire, ma nessuno in realtà la cercava», le parole della ragazza riportate dal Secolo XIX. La ragazza aveva raggiunto quell'appartamento nel centro di Siena per trascorrere una serata con il giovane che in una chat aveva soprannominato "il calciatore". La ragazza aveva riportato ferite e gravi lesioni interne: prognosi di oltre 40 giorni e problemi psicologici.

 

«Con ogni probabilità chiederemo di aver accesso al rito abbreviato. Si tratta di una scelta obbligata per evitare che tutte le parti rivivano una vicenda che ha portato a sofferenze. Abbiamo svolto indagini, il rapporto è stato consensuale», fa sapere uno dei difensori Gabriele Bordoni. Il calciatore, tramite il legale, precisa: «Da mio padre (Daniele, ex difensore che militò anche nel Genoa, ndr) e dal mondo dello sport ho ereditato valori sani e il rispetto per tutti, in particolare per le donne. Sono addolorato per i danni psicologici patiti dalla ragazza». E la ragazza  tramite il suo avvocato Jacopo Meini fa sapere: «È stato un atto di violenza assurda e immotivata. C'era il consenso a un rapporto sessuale con il calciatore, non con gli altri. Ora voglio solo giustizia».

 

«A un certo punto - continua la ragazza - ho sentito la presenza di altre persone che ridevano in camera da letto. Mi sono alzata con la scusa di prendere una bottiglia d'acqua e ho acceso la luce: davanti a me c'erano tre uomini nudi». Negli atti c'è scritto che i quattro giovani la violentano, ma la colpiscono anche in maniera selvaggia e umiliante.

 

 

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Il Mattino