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Arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 23 anni di latitanza, il capo dei capi ha trascorso al 41 bis 24 anni. Ad attivare la procedura di recupero del credito sarebbe stato, attraverso il ministero della Giustizia, il carcere di Parma, ultimo istituto penitenziario in cui il capomafia è stato detenuto ed è morto. Per la prima volta in cella Riina entrò a 18 anni. Un «battesimo» criminale precoce e un'accusa grave: l'omicidio di un coetaneo, durante una rissa, per cui venne condannato a 12 anni.
Nato a Corleone il 16 novembre del 1930 da un famiglia di contadini, fino ad allora Totò Riina aveva alle spalle solo qualche furto. Poca roba, fino all'incontro con Luciano Leggio, all'epoca mafioso rampante che stava tentando di farsi strada. Fu lui, suo compaesano, a farlo entrare in Cosa Nostra. Un metro e 58, che gli valse il soprannome di Totò U Curtu, uscì dall'Ucciardone nel 1956, a pena scontata solo in parte, e fu arruolato nel gruppo di fuoco di Leggio. Tornato in cella nel 1963 per una carta di identità rubata e una pistola illegale, tornò dietro alle sbarre per uscire, dopo un'assoluzione per insufficienza di prove nel 1969.
Mandato fuori dalla Sicilia al soggiorno obbligato, non lascerà mai l'Isola scegliendo una latitanza durata oltre 20anni.
Il Mattino