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Il più giovane aveva solo vent'anni e amava il suo lavoro: montare le gru, arrivando quasi a volare nel cielo. Filippo Falotico è uno degli operai morti ieri nell'incidente in cantiere avvenuto a Torino: è rimasto schiacciato dalla gru che è crollata al suolo, uccidendo, insieme al ragazzo originario di Coazze, anche Roberto Peretto e Marco Pozzetti. Raccontava le sue imprese sui social: arrampicarsi su quei giganti di ferro all'alba, tra la neve, catturando panorami mozzafiato. Tre giorni fa, mentre lavorava a La Thuile, scriveva sul suo profilo Instagram: «Neve... tanta neve, blocchi di volata ghiacciati, bulloni mezzi grippati... Ma forse è proprio questo il bello». E ancora, tre settimane fa, sotto a un selfie con la Mole Antonelliana sullo sfondo: «Iniziare con la pioggia e finire con il sole, freddo gelido e caldo insopportabile. Ma la vista ripaga sempre». Ieri in tanti hanno ricordato il ragazzo sui social: «Ti ricorderemo per l'ottima persona che sei sempre stato e tutta la tua passione che ci mettevi nel tuo lavoro, che purtroppo ti ha portato via».
LA TRAGEDIA
La tragedia, ieri mattina.
IL CANTIERE
Il cantiere sembra lo scenario di una catastrofe: una gru di spezzata in quattro tronconi, l'imponente braccio meccanico disarticolato e conficcato nel secondo piano di una palazzina. Una vettura senza portiera. Poi, i corpi. Uno steso sull'asfalto, l'altro stritolato sotto dal macchinario. Il terzo, quello di Filippo, accasciato fra due macchine parcheggiate. Respira, qualcuno pensa che potrebbe sopravvivere. Ma i paramedici capiscono subito che salvarlo è un'impresa impossibile. Poi, arrivano i Vigili del fuoco, la polizia municipale, la Polizia di stato, i funzionari dello Spresal, il sindaco, due assessori, il magistrato che coordina le indagini. «La gru è caduta, abbiamo fatto una strage... sono morti tutti! Dovevo andare in pensione, io non ce la faccio, io me ne vado. La gru è caduta, non so cosa sia capitato», grida un uomo ripreso da un cellulare.
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Il Mattino