La sanità della Campania: pochi fondi, troppi privati

La sanità della Campania: pochi fondi, troppi privati
Gentile Direttore, fa bene il Mattino a scrivere delle liste d’attesa in sanità. La Campania non può essere sempre l’ultima, sulla pelle degli ammalati...

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Gentile Direttore,
fa bene il Mattino a scrivere delle liste d’attesa in sanità. La Campania non può essere sempre l’ultima, sulla pelle degli ammalati che aspettano di sottoporsi a esami altrimenti a pagamento. È anche questione di fondi che in Campania, con una popolazione così vasta, riceve in maniera minore rispetto ad altre regioni. Giusto che De Luca chieda più soldi ma dico anche che deve iniziare lui a cambiare politica: in Campania le strutture pubbliche ricevono più fondi senza garantire prestazioni come analisi cliniche, radiografie ed altri esami. Perché non evitare che nelle strutture private accreditate le liste di prenotazioni si chiudano già al 10 del mese? Alla fine si curerà, come in America, solo chi può pagare? E chi non può? La Campania non è l’America!



Lina Fiorenza
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Cara Lina,


l’argomento è complesso. Difficile affrontarlo in poche righe. Mi limiterò a due considerazioni. La prima: da anni, da Caldoro a De Luca, i presidenti della Campania hanno denunciato la stessa stortura nella ripartizione dei fondi sanitari: il peso eccessivo del fattore età che sottrae a una regione, in media più giovane, come la Campania eccessive risorse. Alla fine, per non fare torti a nessuno ed evitare sofismi, credo che l’unico parametro da seguire per i servizi essenziali (quindi anche per welfare, istruzione, trasporti) dovrebbe essere la spesa procapite: ovvero si danno i fondi in base al numero di abitanti. È il sistema più semplice e mi pare anche il più democratico. Secondo rilievo: l’eccessivo peso dell’assistenza sanitaria privata. Le cliniche devono poter sostenere non sostituire, come troppo spesso avviene, il sistema sanitario pubblico. Altrimenti sorge il sospetto che, al di là dell’obiettiva carenza di risorse, si tenda a mantenere basso il servizio nazionale per sostenere invece l’attività privata. Sistema che va oltre, se non addirittura contro, l’articolo 32 della Costituzione: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

Federico Monga

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Il Mattino