Il virus e la capacità ​di adattarsi a tutto

Il virus e la capacità di adattarsi a tutto
Gentile direttore, lo so è necessaria. Ma a me la «zona rossa», con la quale in Campania abbiamo ripreso lunedì, mette l’ansia. Un ansia terribile....

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Gentile direttore,
lo so è necessaria. Ma a me la «zona rossa», con la quale in Campania abbiamo ripreso lunedì, mette l’ansia. Un ansia terribile. È la consapevolezza che in un anno non siamo riusciti a risolvere il problema, ma anche che questo è il risultato di tante violazioni alle giuste indicazioni. Io metto sempre la mascherina e tengo il distanziamento, insomma mi sono abituata a convivere con il Covid, pure nella speranza che finisca presto. Ma il solo pensiero di dover ora ulteriormente limitare ciò che faccio per colpa di altri mi mette l’ansia e mi fa salire la rabbia. Ho visto scene sul lungomare di Napoli, fino a sabato scorso, da far paura. E io sono convinta che, a forza di zona rossa, l’esaurimento nervoso verrà a noi che le norme le abbiamo sempre rispettate. A me per prima!



Lorena Magliaro
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Cara Lorena,


proprio oggi ricorre un anno dal primo lockdown. Molte cose sono cambiate: la medicina conosce meglio la malattia, le cure si stanno affinando, è stato trovato il vaccino, l’Europa, nell’affrontare la crisi economica, ha iniziato a condividere i debiti. Anche noi siamo molto cambiati, purtroppo. Lavoriamo da casa, ci proteggiamo, non abbracciamo quasi più nessuno, i nostri rapporti con gli altri si sono asciugati. Ma rispetto al marzo del 2020, quando l’epidemia ha sconvolto le nostre vite, abbiamo anche molta meno paura. Ci siamo abituati al bollettino degli infetti, alla conta dei morti, alle immagini dei letti di ospedale tutti pieni. La paura nei primi mesi della pandemia è stata la vera leva della nostra disciplina che ha fatto degli italiani un esempio per tutto il mondo. Ora siamo assuefatti, siamo rassegnati e la soglia di attenzione e di rispetto delle regole si è molto abbassata. La verità è che ci siamo abituati a quella che io chiamo la «sindrome israeliana»: ovvero a resistere a tutto, anche al rischio di morire in un attentato pur di non rinunciare e ad essere quello che nulla può sconfiggere: un animale sociale. 

 

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Il Mattino