A che cosa serve svelare l'amore per (e con) Falcone

A che cosa serve svelare l'amore per (e con) Falcone
Gentile Direttore, sono trascorsi molti anni dalla tragica uccisione del giudice Giovanni Falcone, eppure periodicamente emergono particolari sulla sua vita lavorativa e...

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Gentile Direttore,
sono trascorsi molti anni dalla tragica uccisione del giudice Giovanni Falcone, eppure periodicamente emergono particolari sulla sua vita lavorativa e personale. Questa volta è stato il turno dell’ex magistrato della Procura di Milano Ilda Boccasini, che nel suo libro autobiografico “La stanza numero 30” ha svelato alcuni spaccati - per me inopportuni - sul suo rapporto col giudice ucciso dalla mafia nella strage di Capaci. La Boccassini ha voluto confessare nel suo racconto di aver nutrito un sentimento d’amore nei suoi confronti. Non comprendo, tuttavia, i motivi alla base della rilevazione, che considero del tutto intima e personale e che non avrei mai svelato. Concordo, infatti, con la sorella del giudice siciliano che ha sottolineato che si sia smarrito ormai qualunque senso del pudore, del rispetto prima di tutto dei propri sentimenti della vita e della sfera intima di persone che, ahimè, non ci sono più. Sbaglio a pensarla in tal modo?



Nicola Campoli
Napoli 

 

Caro Nicola, 


nemmeno a me è piaciuta la sortita di Ilda Boccassini sull’amore per (e con?) Giovanni Falcone. Che bisogno c’era di raccontare un sentimento così profondo, tenuto segreto per così tanti anni? Che cosa ottiene, ora, Ilda Boccassini? Quale sia il suo fine non mi è chiaro. Comprendo invece lo sconcerto della sorella del magistrato ucciso dalla mafia, Maria Falcone. Peggio di ricevere una notizia brutta c’è solo non avere la possibilità di comprenderla, di farsela spiegare dai protagonisti, soprattutto se si tratta di tuo fratello. Capisco lo smarrimento. Posso sbagliarmi, ma a distanza di così tanti anni l’occasione della sua autobiografia fa sorgere l’amaro sospetto della promozione. Di una morbosa mossa di marketing, tra ricciolini rossi, canzoni di Gianna Nannini ascoltate come due adolescenti con il walkman. Raccontare i propri sentimenti senza cadere nel banale e nell’effetto telenovelas è mestiere di pochi. Tra questi di sicuro c’è Pablo Neruda nella sua «Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio» quando canta «T’amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l’ombra e l’anima». Ecco segretamente. Meglio, molto meglio mantenere il riserbo. Senza sollevare brusii gossippari che con la storia di Falcone e Boccassini poco o nulla hanno a che fare.

Federico Monga

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Il Mattino