La censura dei calciatori ​e i comportamenti infantili

La censura dei calciatori e i comportamenti infantili
Gentile direttore, la vicenda degli azzurri che, secondo taluni, avrebbero dovuto inginocchiarsi mentre risuonava l’inno nazionale in campo (a proposito, che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Gentile direttore,
la vicenda degli azzurri che, secondo taluni, avrebbero dovuto inginocchiarsi mentre risuonava l’inno nazionale in campo (a proposito, che succederà stasera?), mi spinge ad una riflessione. Il «take a knee» ha preso piede negli Usa qualche anno fa, sui campi da football, e non è certo la prima volta che si tenta di imitare, sia pure con il pretesto di una causa nobile quale la lotta contro il razzismo. Il punto è che ogni giorno si cerca di fomentare il simbolismo a tutti i costi servendosi di influencer o stelle dello sport per far passare tesi e posizioni il più delle volte politiche. La maggior parte di questi personaggi ha, con evidenza, una cultura non al di sopra della media nonché, al contempo, una grandissima, influenza su una quantità spropositata di followers o fan adolescenti. Dunque, nel momento in cui ripetono un messaggio, ai loro seguaci non si chiede di capire bensì di ripetere come automi. Ed è questo che non va, è questo il vulnus dei nostri tempi. A mio modesto avviso, ciascuno faccia ciò che sa far meglio: gli influencer continuino a produrre soldi a vagonate, gli sportivi facciano gli sportivi, chi ha il compito di educare o diffondere cultura, si dia da fare. Già, direttore, chi è che oggi ha il compito di fare cultura, in Italia?

Salvatore Rianna
Somma Vesuviana

 

Caro Salvatore,


non facciamo di tutti i calciatori un fascio. Ci sono alcuni sportivi che hanno studiato, hanno letto libri, visto mostre, film, spettacoli teatrali. Insomma hanno tutti gli strumenti per non essere dei semplici automi ma per compiere qualsiasi gesto «politico» in maniera consapevole. Purtroppo sono le società sportive, le federazioni che vogliono gli atleti solo capaci di prendere a calci un pallone o saltare il più in alto possibile. I campioni, proprio per la loro notorietà, devono potere essere liberi di esprimere le loro idee. I giocatori della Nazionale avrebbero dovuto poter scegliere singolarmente se inginocchiarsi o meno. Mancini può e deve pretendere che Insigne giochi all’ala sinistra e non vaghi per il campo ma certo non può limitare le sue espressioni. Ma nello sport l'espressione è castrata. E il calcio è uno degli ambienti dove la censura è più diffusa. Naturale allora che finisca come con il Belgio. Tutti in ginocchio ma solo per imitare l’altra squadra. Un atteggiamento infantile. Mi ricorda mia mamma che, quando le diceva «fanno così anche i miei amici» mi rispondeva: «Ma se si buttano dalla finestra tu li segui»?  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino