Se il sogno di Napoli vive (e muore) in ricevitoria

Se il sogno di Napoli vive (e muore) in ricevitoria
Gentile Direttore, ma dove poteva accadere se non a Napoli? La nostra incredibile e suggestiva, generosa ma feroce, sarcastica e inimitabile città. La vicenda del tabaccaio...

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Gentile Direttore, ma dove poteva accadere se non a Napoli? La nostra incredibile e suggestiva, generosa ma feroce, sarcastica e inimitabile città. La vicenda del tabaccaio di Materdei che fugge con il tagliando vincente da 500mila euro è davvero una storia eduardiana. Incredibile lasciare la vecchina con un palmo di naso e fuggire platealmente, come se fosse un film. Ma, dico io, con quale speranza di farla franca? E poi la denuncia contro la vecchina. Se l’anziana aveva riposto in quel “gratta e vinci” tutte le sue speranze di una vecchiaia agiata, cosa poteva nascondersi dietro la folle fuga di un uomo che certo non poteva pensare di farla franca? Poi è stato fermato dalla polizia. Una considerazione forse possiama farla, gentile direttore Monga. Questa città, più di altre, affida ad una schedina del totocalcio, o peggio del toto nero, o del “gratta e vinci” le sue speranze e possibilità di cambiamento. E magari va pure a pregare San Gennaro per chiedere ....un aiutino per invocare la fortuna.

Miriam Massaro

 

Cara Miriam, la nostra fondatrice Matilde Serao scriveva nel suo romanzo «Il Paese di Cuccagna»: «Come tutti i sogni troppo pronunziati, il lotto conduce alla inazione ed all’ozio: come tutte le visioni, esso porta alla falsità e alla menzogna; come tutte le allucinazioni, esso conduce alla crudeltà e alla ferocia; come tutti i rimedi fittizi che nascono dalla miseria, esso produce miseria, degradazione, delitto. Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l’acquavite, non muore di delirium tremens; esso si corrompe e muore per il lotto. Il lotto è l’acquavite di Napoli». La grande giornalista-scrittrice considerava il gioco d’azzardo uno dei, se non il principale, motivi del degrado sociale e morale della città. Siamo alla fine del 1800 ma, come spesso accade con Matilde Serao e (ahimè) con Napoli, sembra che sia oggi. In quelle poche e indimenticabili parole ci sono tutte le risposte alla tragicommedia di venerdì scorso a Materdei tra i sogni dell’anziana donna, che vive in un basso e si gioca quel poco che ha, e la miseria umana del tabaccaio che perde la testa e tenta di rubare il biglietto della fortuna senza capire che la sua vita, dopo il delitto, potrebbe davvero cambiare. Ma in peggio. 

Federico Monga

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Il Mattino