Asterix contro Amazon, il piccolo villaggio Fournès che dice “no” al gigante Bezos

Gli irriducibili Galli questa volta non si trovano nella settentrionale Armorica assediata dai Romani, ma più a sud, in Provenza, in un paesino di pietra tra le vigne e la...

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Gli irriducibili Galli questa volta non si trovano nella settentrionale Armorica assediata dai Romani, ma più a sud, in Provenza, in un paesino di pietra tra le vigne e la Garrigue, la macchia dell’entroterra di Nime e Montpellier. Sono una manciata, non più di qualche decina, vivono a Fournès, mille abitanti, ma da mesi riescono a tenere testa a un’armata degna di Giulio Cesare, che nella fattispecie è il colosso Amazon, capitanato da Jeff Bezos.

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La fotografia di Asterix che si batte contro l’imperatore Bezos è solo in parte un cliché: da circa sei mesi, infatti, l’Associazione per lo sviluppo del lavoro nel rispetto dell’ambiente (così si sono chiamati, forse un po’ troppo prosaicamente, i Galli in lotta) riesce a respingere l’offensiva della più grande Internet Company del mondo, che proprio a Fournès vorrebbe costruire un deposito di smistamento da 40 mila metri quadrati, («4 ettari», precisano gli agricoltori dei dintorni), alto 18 metri («come un palazzo di sei piani, altro che edificio basso che si mimetizza nella macchia») con 113 ingressi per il carico merci sui Tir, capace di creare un numero di posti di lavoro che oscilla tra i 150 e i 600, ma anche di far transitare 3 mila camion 24 ore su 24.

 

 

Il tutto a quattro chilometri dal Pont du Gard, 2mila anni di storia, il più alto acquedotto romano ancora in piedi, con tre livelli di arcate in pietra, un gioiello iscritto al patrimonio dell’Unesco. Il cantiere avrebbe dovuto cominciare a settembre, ma i ribelli hanno presentato ben undici esposti al tribunale amministrativo. Denunciano una decisione presa dal comune senza consultare gli abitanti, che distruggerà tutto, il paesaggio, le coltivazioni, le vigne con i preziosi rossi Cote du Rhone, gli alveari dei numerosi apicultori. Una petizione per opporsi al progetto ha già raccolto quasi 30mila firme e alla fine la battaglia è arrivata all’Assemblée Nationale, dove l’ex ministra dell’Ambiente Delphine Batho ha proposto una moratoria di due anni alla costruzione di nuove piattaforme logistiche come gli hangar di Amazon. Che per ora non si è fatta sentire.

 


La giunta comunale che ha aperto le porte (e i terreni) di Fournès a Amazon difende la sua scelta: «Abbiamo un tasso di disoccupazione che oscilla tra il 12 e il 14 per cento. Le società e le industrie non sgomitano per venire a produrre qui, dunque se c’è un’opportunità, bisogna essere opportunisti» ripete il sindaco Thierry Boudinaud, arrivato addirittura in prima pagina del New York Times, che alla lotta tra i Galli del sud e Amazon ha dedicato un lungo reportage, scatenando l’entusiasmo dei locali. È stato soltanto per caso, qualche mese fa, che gli abitanti hanno scoperto chi sarebbe arrivato a costruire sui campi che costeggiano l’autostrada A9, proprio vicino all’uscita per Fournès, che esiste soltanto perché conduce ogni anno milioni di turisti al Pont de Gard. Tra i primi a sollevarsi gli apicoltori - si rischia di asfissiare a breve termine gli alveari – e i viticoltori, i cui rossi Doc potrebbero patire l’inquinamento. Senza contare il sospetto di conflitto d’interessi, con il sindaco, l’ex sindaca e altri membri della giunta comunale che erano proprietari di alcuni dei terreni sui quali dovrebbe sorgere l’hangar Amazon. 


IL RAMMARICO


Se il Tar di Nimes accoglierà i ricorsi, il permesso di costruzione sarà considerato non valido. Cosa che rattrista comunque Hassan Bergaiga, proprietario di un piccolo negozio di alimentari a Remoulins paese vicinissimo allo svincolo dell’autostrada: «Certo, se passassero mille camion al giorno, per me ci sarebbe finalmente lavoro, e anche per mio fratello, che è disoccupato».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino