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La colazione al bar per qualcuno è un lusso, qualcun altro non può farne a meno. Sicuramente, in Italia è una tradizione, a volte oggetto di critiche (anche ingenerose). Così, quando il proprietario del bar Faro, celebre caffè vicino a Porta Pia, si è sentito dare dello «snob» da una signora, perché ha deciso di listare il cornetto (o croissant per dirla alla francese) a 2 euro, non è riuscito a restarsene in silenzio. Su Instagram ha pubblicato un lungo post, per spiegare cosa è successo e il suo punto di vista.
«Ieri una signora ci ha dato degli snob, radical chic, montati di testa. Perché crediamo che un cornetto debba costare 2 euro per il lavoro che c'è dietro, perché chiudiamo alle 16 e perché siamo a modo suo dei cantastorie. Ci sta - ammette Dario Fociani, proprietario di Faro, in un post social - Piacere a tutti è impossibile», dice.
«Però abbiamo rosicato (un sacco) e riflettendo ci siamo detti: abbiamo un sacco di difetti ma snob proprio no, magari siamo mentalmente alternativi alle ideologie più comuni ma snob no, porca zozza.
«Quelli che sanno che i prezzi sono un po' più alti perché ci piace che tutti i nostri ragazzi (e siamo sedici persone da Faro) abbiano un contratto in regola e con un netto ideale per una città come Roma, che li faccia stare sereni e che possa dargli un quotidiano entusiasmo, seppure stiano "lavorando". Nella ristorazione, per tanti motivi (anche per l'anzianità dei contratti nazionali, ma anche perché tanti risparmiano sul dipendente e poi fanno i prezzi bassi per il cliente, magari vantandosene) il lavoro in nero è ancora una piaga dolente. Infatti c'è una frattura. Infatti ci sono sempre meno lavoratori, meno professionisti», continua il proprietario nel lungo post, che ha ricevuto diversi like e commenti positivi.
«Perché lavorare nella ristorazione è usurante, si parla con centinaia di persone al giorno, ognuno delle quali può essere nervosa o, come la signora di ieri, criticare il modello e dialogare con tutti, rimanere pazienti con tutti, non è semplice, ma va fatto, è il nostro lavoro, per cui va ben retribuito. I prezzi non sono sempre legati alla qualità del prodotto, ma anche alla qualità della vita di chi lavora in un'azienda sana. Apriamo alle 8 e chiudiamo alle 16 per fare un turno unico, per evitare di chiedere straordinari e cercare di fare bene il nostro, senza esasperare nessuno. 40 ore settimanali dice il contratto nazionale, 40 ore che vanno tutelate», ha concluso.
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