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Nonostante in passato Gabriel Garko abbia vissuto il successo come una “prigione dorata”, oggi afferma di sentirsi più libero. «Lo star system vende sogni e, se non sei molto equilibrato e la tua vita non è serena, si vive male, perché devi nascondere la tua vera identità interiore, cosa che ho fatto anche io per anni», confessa al Corriere della Sera. E qui si arriva al capitolo coming out, che l'attore ha scelto di fare un paio di anni fa.
«Preciso subito che non sono molto d’accordo col coming out: la vera normalità ci sarà quando non sarà più necessario doverlo fare. Innanzitutto, non è che tutti devono sapere i fatti tuoi, non è assolutamente giusto che una persona debba confessare pubblicamente la sua omosessualità solo perché la società impone che tutti devono essere eterosessuali. E se il mondo fosse al contrario? E se gli etero dovessero fare coming out?».
La paternità
«Non vorrei mettere al mondo una nuova vita, semmai sarebbe bello adottare un bambino, per dagli la possibilità di una vita migliore e, per esempio, non capisco per quale motivo i single non possano assumere questo ruolo, oppure una famiglia arcobaleno.
Le fan
L’ultima fan invasata, convinta di poter diventare la sua nuova fidanzata, gli è capitata nei giorni scorsi. «Diceva di essere Marilyn Monroe e si era piantata davanti a casa. Minigonna, tacchi a spillo e tette di fuori, non voleva andarsene e una volta è riuscita persino a entrare dentro casa. Sono riuscito a farla uscire con le buone maniere, ma poi ho dovuto chiamare i carabinieri».
L'esordio
L’esordio di Garko è stato a 17 anni diretto da Dino Risi, nella miniserie-tv “Vita coi figli”, a fianco di attori come Giancarlo Giannini, Monica Bellucci. Oggi ricorda: «Avevo una particina, interpretavo il fidanzatino della figlia di Giannini ed ero terrorizzato. Ma Risi era un uomo molto paziente e mi ha insegnato come studiare bene la parte. Però, quando poi mi sono rivisto nel film, mi son detto: che cane che ero!».
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Il Mattino