«Ho licenziato la dipendente che non è tornata al lavoro dalla pausa pranzo, mi ha rifilato una scusa assurda»

Dopo la prima buona impressione le cose sono cambiate, ha cominciato «a sparire per alcune ore senza fornire alcuna spiegazione», ha spiegato Troy Holmes

«Ho licenziato la dipendente che non è tornata al lavoro dalla pausa pranzo, mi ha rifilato una scusa assurda»
Pausa pranzo di lavoro troppo corta? Nessun problema, la puoi allungare piano piano, fino a quando il capo non decide di licenziarti. È questa, in poche...

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Pausa pranzo di lavoro troppo corta? Nessun problema, la puoi allungare piano piano, fino a quando il capo non decide di licenziarti. È questa, in poche parole, la storia raccontata da Troy Holmes, direttore della Holmes Real Estate a Sydney. In questa vicenda, che risale al 2014 ma che l'uomo ha raccontato pochi giorni fa, a parlare è il capo che perde le staffe, mentre la protagonista della vicenda è una donna che è stata poi licenziata.

Troy Holmes ha raccontato di aver assunto la collaboratrice nel 2014 come assistente personale mentre lavorava come agente immobiliare in un'altra società. L'uomo, un veterano del settore, ha dichiarato al Daily Mail di essere rimasto colpito dalla donna durante il colloquio e di aver deciso di assumerla come dipendente. «Aveva una buona energia durante il colloquio, ascoltava con molta attenzione e le sue risposte erano specifiche per le domande che le venivano poste», ha dichiarato. 

Quello offerto alla donna era un lavoro porta a porta: marketing, vendite e ricerca di nuovi acquirenti. Nonostante le prime buone impressioni, le cose sono iniziate a cambiare dopo che la dipendente ha cominciato a lavorare, ha spiegato il datore di lavoro: la nuova assunta, infatti, «spariva per alcune ore alla volta senza fornire alcuna spiegazione». 

La situazione ha preso una brutta piega durante un pomeriggio intenso dal punto di vista lavorativo in cui erano state programmate diverse riunioni. Troy Holmes ha detto che voleva che l'impiegata partecipasse alle riunioni con gli stakeholder dell'agenzia per fare più esperienza e imparare di più sul lavoro. Alla donna è stata quindi concessa una pausa pranzo di un'ora a mezzogiorno raccomandandole di tornare in tempo per partecipare alle riunioni.

«Le ho detto: “Assicurati di tornare in tempo...” Erano le 13 e 10 e non era ancora tornata», ha raccontato l'uomo. A quel punto si è anche preoccupato quando ha visto che la dipendende non tornava e ha deciso di chiamarla per capire cosa fosse successo. «Sono caduta e non riesco ad alzarmi», ha risposto lei. Il capo è quindi partito alla ricerca della donna, che ha poi trovato a circa un chilometro dall'ufficio distesa a terra, con le mani sulla fronte.  

Quando la donna è salita sull'auto del signor Holmes, l'agente è rimasto scioccato dalla sua bizzarra spiegazione. La dipendente ha spiegato: «Sapevo che avrei fatto tardi, ho provato a correre e il mio cuore si è fermato, poi sono caduta». Una volta che Troy Holmes e l'impiegata sono tornati in ufficio, lui le ha chiesto se avesse bisogno di cure mediche e si è offerto di portarla in ospedale. 

In quel momento il suo atteggiamento è cambiato: «Ha fatto finta di niente, come se non fosse mai successo», ha raccontato l'uomo. Quella è stata «l'ultima goccia» prima di decidere di licenziare la giovane collaboratrice, ha concluso Holmes. 

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Il Mattino