«Lavoro al McDonald's da 28 anni, guadagno 1.100 euro e non arrivo a fine mese. Mio figlio minore lavora qui per aiutarmi»

Gabriella ha raccontato di aver cominciato nell'estate del 1995 per aiutarsi con le spese e non è mai andata via

«Lavoro al McDonald's da 28 anni, guadagno 1.100 euro e non arrivo a fine mese. Mio figlio minore lavora qui per aiutarmi»
Una vita a lavorare da McDonald's. Da 28 anni, Gabriella Buzzanga non ha mai cambiato, è rimasta nel ristorante di piazza Duomo a Milano. Nonostante uno stipendio...

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Una vita a lavorare da McDonald's. Da 28 anni, Gabriella Buzzanga non ha mai cambiato, è rimasta nel ristorante di piazza Duomo a Milano. Nonostante uno stipendio che «non mi permette di arrivare a fine mese», ha raccontato al Corriere. «Guadagno 1.100 o poco più, prima erano 950 euro mensili», spiega. Per aiutarsi fa «qualche lavoretto, ma comunque non basta mai. Durante la pandemia ho dovuto appoggiarmi anche all’aiuto offerto dalla parrocchia». Anche il figlio minore lavora nello stesso fast food. «Lo fa per aiutarmi economicamente», dice.  

Gabriella ha raccontato di aver cominciato nell'estate del 1995 per aiutarsi con le spese, ma non è più andata via. «Facevo altri colloqui e mi ero iscritta all’università, però al mio fidanzato straniero era scaduto il permesso di soggiorno e allora si ipotizzava già il matrimonio come soluzione definitiva. Soprattutto quando mi hanno proposto l’assunzione stabile: a quel punto avevo un posto fisso, una condizione invidiabile in quel periodo», racconta. 

Tanti anni nello stesso posto, che per molti è un lavoro di passaggio. «Ma non sono l'unica», dice. «Il 50 per cento dei lavoratori ha più di vent’anni alle spalle. E ai giovani diciamo che devono cercare di crescere, di fare esperienze, ma poi noto che sono loro stessi a mettere sulla bilancia quello che portano a casa da lavoro e quanto devono sacrificare di vita». Di certo, lavorare al McDonald's significa convivere sempre con lo stesso odore di patatine fritte: «Quello è l’odore che ti accompagna sempre, ogni tanto ho la sensazione di sentirlo anche dove non c’è». 

 

 

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Il Mattino