Mario Fiorentini morto, il partigiano più decorato d'Italia. Ultimo testimone dell'attentato di via Rasella contro i nazisti. Aveva 103 anni

L'Italia piange la morte di Mario Fiorentini, il partigiano più decorato d'Italia, una delle voci più autorevoli della Resistenza italiana e...

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L'Italia piange la morte di Mario Fiorentini, il partigiano più decorato d'Italia, una delle voci più autorevoli della Resistenza italiana e uno degli ultimi testimoni della battaglia contro il nazifascismo. Con lui se ne va anche l'ultima testimonianza dell'attentato di via Rasella in cui i partigiani ucciso 33 appartenenti alle Ss.

 

Si è spento a 103 anni, al termine di una vita da partigiano, onorata da tre medaglie d'argento e tre croci al valore. «La Resistenza - diceva nelle interviste - è un patrimonio che dobbiamo coltivare. È stato un grande momento di libertà».

 

Tra i protagonisti della liberazione di Roma

 

Nato il 7 novembre 1918, «Giovanni» - questo uno dei suoi quattro nomi di battaglia - fu tra i protagonisti della liberazione di Roma e organizzatore delle principali azioni contro l'invasore, tra cui gli agguati di via Tomacelli e via Rasella. È stato il comandante del Gruppo di Azione Patriottica - il cosiddetto Gap - intitolato ad Antonio Gramsci ed operante nel centro di Roma. «Durante i nove mesi di occupazione nazista della capitale - ricorda l'Anpi - sbaragliò, con le sue compagne e i suoi compagni, tre battaglioni nemici in pieno centro in pieno giorno, conquistando al mondo l'ammirazione per il combattente italiano e per la Resistenza antifascista italiana».

 

Da sempre al fianco della «sua» Lucia Ottobrini, combattente partigiana scomparsa nel 2015 - Fiorentini riuscì ad evadere per ben quattro volte dalle carceri. Nelle tantissime interviste e negli incontri con ragazzi e studenti raccontava con emozione il suo passato, da quando - studente della Commerciali - aveva deciso di svolgere attività clandestina in «Giustizia e Libertà» e nel Partito comunista fino all'arrivo al Nord dopo la liberazione di Roma. «Quando mi paracadutai - racconta in una delle ultime interviste a Gad Lerner per il Memoriale della Resistenza -, guardandomi un ufficiale dei carabinieri mi chiamò fringuello perché ero magro. E da allora quello divenne il mio nuovo nome di battaglia».

 

Col il nome di battaglia di «Dino», invece, operò in Liguria, Emilia, Lombardia e Piemonte, come ufficiale di collegamento dell'OSS, il servizio segreto americano. Autodidatta, nel dopoguerra ha iniziato gli studi liceali e poi quelli universitari. Fiorentini è così diventato docente di Geometria superiore all'Università di Ferrara. I suoi studi di matematica sono stati ripresi e approfonditi in tutto il mondo ed hanno fatto dell'ex gappista un matematico di fama internazionale.

 

Camera ardente e funerali in Campidoglio

La camera ardente sarà allestita domani mattina , dalle 11 alle 19, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. I funerali, invece, dovrebbero tenersi giovedì. Tantissimi i messaggi di cordoglio giunti dalla politica, con il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha ricordato il «coraggio e l'umanità» di un «simbolo della Resistenza». Si terranno giovedì 11 agosto alle ore 10,presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, dove domani ci sarà la camera ardente, i funerali di Mario Fiorentini.

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Il Mattino