OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Una vita di agi e lusso a portata di mano, eppure impossibile da raggiungere: Stefan Thomas ha accumulato una fortuna di oltre 200 milioni in bitcoin, ma non può accedervi perché ha dimenticato la password.
Può succedere a tutti di non ricordare una password, quella chiave digitale ormai essenziale con l'avvento delle nuove tecnologie ma la cui diffusione rende ancor più difficile tenere traccia di tutte le combinazioni di numeri, lettere, maiuscole, minuscole e segni speciali che abbiamo utilizzato in anni di vita su diversi siti e applicazioni.
Eppure, il caso del programmatore di origine tedesca, Stefan, è particolarmente significativo a causa dell'enorme ricchezza di cui non può usufruire a causa della perdita di un singolo e apparentemente semplice foglietto di carta su cui aveva scribacchiato la password.
Secondo quanto riporta il Mirror, Stefan Thomas vive oggi a San Francisco e nell'ormai lontano 2011 aveva ricevuto un pagamento in Bitcoin di circa 7mila sterline. Questa cifra è stata poi investita e negli anni è cresciuta tanto da raggiungere i 200 milioni e superarli. Tuttavia, non può disporre in alcun modo del suo tesoro, protetto anziché da un drago da una password altrettanto spaventosa detta IronKey (chiave di ferro).
Il sistema funziona in modo da garantire 10 tentativi, e Stefan Thomas ne ha utilizzati già 8 negli anni precedenti.
In un'intervista al Berliner Zeitung, Stefan Thomas si è aperto riguardo la sua difficoltà a gestire la situazione in cui si trova, affermando di sentirsi un «completo idiota» per aver scordato qualcosa di così importante: «Quando ho realizzato... ero assolutamente disperato. Non sono riuscito a dormire per diverse notti e ho sofferto di depressione. Ancora peggio dell'aver perso i soldi è stato il senso di colpa: non potevo credere di aver perso qualcosa di così importante, la mia fiducia in me stesso è arrivata sottoterra».
«Alcuni simpaticoni», continua Stefan, «mi chiedevano cose tipo: Hai provato password? e ho ricevuto diverse, strane offerte, come persone conm poteri speciali e un profeta dalla Croazia. Tuttavia, anche esperti di tecnologie e aziende di recupero dati mi hanno contattato per supportarmi». Il programmatore ha tentato di creare un codice per poter accedere, ma non è riuscito a risolvere il problema.
Per quanto riguarda gli ultimi due tentativi, afferma di avere un'ultima, rischiosissima possibilità: «Bisognerebbe smontare la chiavetta USB e rimuovere il chip, strato per strato, utilizzando un microscopio elettronico a scansione, per riuscire a leggere ogni singola cellula di memoria separatamente. Ma ci vorrebbe tantissimo tempo, un laboratorio, degli esperti, costerebbe moltissimo e il risultato sarebbe comunque incerto».
Alla fine, il programmatore ha deciso di non permettere a questa situazione di consumare completamente la sua vita: «Devo andare avanti, così sono tornato a fare ciò che volevo davvero, e ciò che mi ha sempre motivato, vale a dire creare software che aiutino le persone».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino