Vivere per un anno al Polo Sud: «Doccia per 2 minuti, 24 ore di buio al giorno. Il Natale? Lo celebriamo a luglio», l'incredibile esperienza

Vivere per un anno al Polo Sud: «Doccia per 2 minuti, 24 ore di buio al giorno. Il Natale? Lo celebriamo a luglio», l'incredibile esperienza
Michelle Endo, appassionata di viaggi, ha trascorso un intero anno al Polo Sud a lavorare e ha raccontato la sua «esperienza di una vita» tramite i social, con...

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Michelle Endo, appassionata di viaggi, ha trascorso un intero anno al Polo Sud a lavorare e ha raccontato la sua «esperienza di una vita» tramite i social, con temperature record di -77 gradi, un Natale celebrato facendo una corsa natalizia di cinque chilometri attraverso 24 fusi orari e due docce calde a settimana di massimo due minuti. 

Secondo quanto riporta il DailyMail, la 32enne proveniente da San Francisco ha accettato un impiego come coordinatrice presso la stazione di ricerca Amundsen-Scott, vale a dire la base più vicina al Polo Sud, dove il sole sorge e tramonta soltanto una volta l'anno. Ecco come ha descritto questo incredibile viaggio.

 

 

Un ambiente inospitale, un'esperienza magica

Michelle ha accettato il lavoro come hospitality manager a novembre dell'anno scorso in modo da poter visitare il Polo Sud senza dover spendere un euro e ha deciso di condividere il più possibile della sua esperienza sui social.

Tra alti e bassi, quei dodici mesi in uno degli ambienti più ostili di sempre l'hanno resa una delle sole 261 donne ad assistere al buio perpetuo dei mesi invernali tra maggio e agosto al Polo Sud: «Ovviamente è freddo, ma è un freddo diverso», racconta.

Poi, aggiunge: «La temperatura più bassa che ho sperimentato è stato di -41 gradi con un vento di -65 nell'ultima parte di giugno. Ma forse è stato ancora più sorprendente scoprire come il corpo si adatti a temperature così basse, tanto che diventano quasi normali. È difficile da spiegare». La temperatura esterna al Polo Sud raggiunge regolarmente cifre di tre volte più basse rispetto a quelle di un frigo, che solitamente è intorno ai -15. Per congelare il cibo, il team si limitava a lasciarlo fuori. 

 

Non solo il freddo, anche l'altitudine

Il freddo non è l'unico fattore a cui è necessario abituarsi, però: la vita a un'altitudine di quasi 3mila metri è stata alquanto complicata: «Mi ci è voluto almeno una settimana, e anche solo salire una rampa di scale può farti rimanere senza fiato. Poi, l'altitudine-pressione cambia, quindi magari ti addormenti a 3000 metri e ti risvegli a 3500. Sembra quasi di vivere in una navicella spaziale».

 

Per quanto riguarda la compagnia, Michelle racconta: «Abbiamo vissuto e lavorato tutti insieme nello stesso edificio, quindi mentre nella vita di tutti i giorni quando finisci il turno torni a casa, al Polo Sud non è così». Nell'area ci sono sei mesi di sole, tra novembre e febbraio, un periodo chiamato l'estate australe. Dopo diversi mesi di crepuscolo, il 10 maggio l'intera regione cade in una notte perpetua, 24 ore di buio per sei mesi.

Questo tipo di vita può lasciare dei residui sulla psiche, tanto che la ragazza afferma: «Non siamo lucidi come quando siamo arrivati, o come saremmo se fossimo rimasti a casa. Anche dopo una settimana dalla partenza ho difficoltà a processare nei giusti tempi alcune comunicazioni basilari. L'altro giorno ho ordinato del tè al bar e ho dovuto chiedere alla cameriera di ripetere tre volte perché non riuscivo a capire cosa mi stesse dicendo».

 

La doccia breve e il Natale

 

Uno dei "lussi" di cui Michelle ha sentito più la mancanza è la possibilità di fare lunghe docce calde: «Al Polo Sud puoi permetterti al massimo due minuti, due volte a settimana, quindi tornare nel "mondo reale" e crogiolarmi sotto l'acqua calda è stato incredibile».

Nonostante tutto, la 32enne afferma di aver adorato l'esperienza, compreso il festeggiamento del Natale tramite una corsa chiamata "Race Around the World": «Si tratta di un percorso che si estende intorno al Polo Sud geografico così che i partecipanti finiscono effettivamente per correre "intorno al mondo", attraversando tutti e 24 i fusi orari. Alcuni la prendono sul serio, altri si vestono in maniera simpatica, con costum e tutine».  

 

 

I viaggi di Michelle: 60 paesi

Negli ultimi dieci anni ho accettato diversi lavori che mi hanno permesso di girare il mondo e visitare tutti e sette i continenti senza pagare, racconta Michelle, che a oggi ha raggiunto l'incredibile record di 60 paesi visitati. 

Ha fatto l'insegnante di inglese in Giappone, ha lavorato nelle navi da crociera e tanto altro: «L'Antartica era l'ultimo continente che mi mancava. I tirusti pagano decine di migliaia di euro per andare al Polo Sud durante l'estate, ma nessuna cifra potrebbe permettergli di visitarlo in inverno e vedere l'aurora così a sud». 

 

 

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Il Mattino