Congresso mondiale dei pizzaioli napoletani: «Non basta la lievitazione, la pizza deve maturare»

L'impasto è la metafora del II Congresso Mondiale della Pizza a Napoli che punta, infatti, a creare, tra le altre cose, rete, collante tra i pizzaioli...

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L'impasto è la metafora del II Congresso Mondiale della Pizza a Napoli che punta, infatti, a creare, tra le altre cose, rete, collante tra i pizzaioli napoletani disseminati negli store del globo. L'appuntamento organizzato da Antonio Sorrentino e Clelia Martino (Rossopomodoro) e moderato da Luciano Pignataro, giornalista del Mattino e blogger (Luciano Pignataro Wine Blog) ha affrontato il tema delle farine e delle nuove tendenze alternative tra cui i semilavorati che sviliscono competenze, abilità e conoscenze del pizzaiolo professionista. Al centro anche l'importanza di aprirsi al mondo nel rispetto della tradizione: la pizza napoletana è lavorata solo con la farina bianca e va lasciata macerare oltre che lievitare.

 
La scelta del tema va incontro ai trend internazionali - spiega il Presidente di Rossopomodoro Franco Manna - del panorama pizza. La  napoletana deve restare patrimonio identitario di Napoli e dei suoi artigiani che stanno seguendo il percorso per il riconoscimento delle loro capacità dall’Unesco". D'altronde la pizza partenopea ha convinto tutti i popoli del mondo, anche quelli abituati a impasti croccanti come il Nord Europa o a condimenti inconcepibili per la tradizionale arte bianca come l'abbinamento mais, ananas e pollo. In Europa, nelle Americhe, nei Paesi Arabi e in Estremo Oriente, la pizza napoletana diventa formidabile vettore del messaggio del Made in Italy grazie alla capacità di accogliere le richieste e i gusti di popoli lontanissimi geograficamente da Napoli eppure immersi in questo fantastico mondo della pizza.


Il rispetto della cultura centenaria legata alla pizza è portato avanti da Rossopomodoro che già nell’autunno del 2014 avviò il tour "Integralmente Mia" di cui Teresa Iorio, campionessa del XIV Trofeo Caputo divenne una delle protagoniste. Per andare poi a vincere nell’anno del tour il titolo di campionessa Stg, cioè dell’ortodossia della pizza napoletana, "dimostrando - spiegano i vertici di Rossopomodoro - come non c’è contraddizione tra la verace tradizione e la capacità di evolversi grazie al lavoro degli artigiani”. Presenti al congresso Franco Manna, fondatore e presidente di Rossopomodoro, Antimo Caputo, Ad dello storico mulino napoletano, Sergio Miccù, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Enrico Famà, fondatore della pima scuola di pizza e direttore di Ristorazione Italiana, Claudio Sebillo, organizzatore di Napoli Pizza Village, Antonio Sorrentino Chef Executive Rossopomdoro, Vincenzo Pagano, fondatore di Scatti di Gusto, Gino Sorbillo Maestro Pizzaiolo, insieme a vari esponenti della pizza tradizionale e innovativa come Davide Civitiello, Diego Viola, Teresa Iorio, Valentino Libro, Salvatore Lioniello.
 
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Il Mattino